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Trattativa Stato-mafia, assoluzioni definitive per Dell'Utri e gli ex carabinieri del Ros

Pietro De Leo
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La Cassazione ha scritto l’ultima pagina del racconto giudiziario sulla presunta trattativa Stato-Mafia. Annullata la sentenza d’appello senza rinvio, con formula piena “per non aver commesso il fatto” (che va a prevalere su quella di secondo grado, che invece recitava “perché il fatto non costituisce reato”), per i generali del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, l’ufficiale Giuseppe De Donno. Confermata inoltre l’assoluzione per l’ex parlamentare di Forza Italia Marcello Dell’Utri.

Intervenuta invece la prescrizione per il Boss Leoluca Bagarella e per il medico Antonino Cinà, ritenuto vicino a Bernardo Provenzano. "Questa sentenza mette la parola fine a una dolorosissima vicenda, che due servitori dello stato hanno patito per molti, troppi anni, subendo persino - dopo aver messo a rischio la propria vita per difendere lo Stato - l'accusa infamante di essere venuti a patti con la mafia.

Ora è stato definitivamente chiarito che Mori e De Donno non hanno intavolato nessuna trattativa, e hanno agito solo nel pieno rispetto delle leggi e dei loro doveri, anche a costo della propria incolumità, pur di difendere lo stato dalla violenza stragista di Cosa Nostra”. È quanto afferma il professor Vittorio Manes, del collegio difensivo di Mario Mori. Reazione arriva anche dai familiari di chi è stato coinvolgo nel processo. È il caso di Danila Subranni, figlia del generale dei Carabinieri Antonio: "Onore ai combattenti. A quelli ancora in piedi e forti e a quelli seduti, per malattia e per stanchezza. Come mio padre”, dice all’Adnkronos. Poi aggiunge: "Arrivi vigore a tutti da questa sentenza che dà la convinzione e anche la speranza che la giustizia, se sbaglia, può tornare indietro. Io non ho il dono della dimenticanza e per me chi sbaglia deve pagare. Magistrati onorevoli hanno finalmente restituito la dignità non a mio padre, non ai "combattenti" che mai l'hanno perduta, ma alla giustizia stessa di cui predicano il verbo”. E aggiunge: "In altre sedi e in modo lineare, a testa alta, io e la mia famiglia chiederemo a uno a uno, nei linguaggi e nei modi che la legge consente, il risarcimento  di tanto dolore inflitto che non ha portato bene neanche a loro, vergogna dello Stato".

Un commento sulla vicenda è arrivato anche da Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, il magistrato ucciso nella Strage di Via D’Amelio: "Non ho letto la sentenza, quindi preferisco non entrare nel merito del processo trattativa, però una cosa la voglio dire: c'è chi ha costruito le loro carriere su questo processo, immeritatamente”.

Reazioni, poi, giungono anche dal mondo politico: "È definitivo! Il generale Antonio Subranni, il generale Mario Mori ed il tenente colonnello Giuseppe De Donno, assolti per 'non aver commesso il fatto'. Dopo 20 anni. Onore a loro, alla loro silenziosa sofferenza, alla loro infinita lealtà e fiducia nello Stato”, scrive il ministro della Difesa Guido Crosetto. Mentre Maurizio Gasparri, di Forza Italia, osserva: "Ancora assoluzioni per il generale Mori, il generale Subranni, il colonnello De Donno, Marcello Dell'Utri. E ora chi pagherà per queste accuse infondate durate per decenni? Chi risarcirà le vittime di una vera persecuzione?”. 

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