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Caso Orlandi, il segretario di Wojtyla: accuse criminali. L'audio choc è un caso

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Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, nel corso dell'ultima puntata di Dimartedì su La7 ha tirato in ballo Giovanni Paolo II e diffuso alcuni audio choc. "Ignobili affermazioni criminali", commenta il cardinale Stanislao Dziwisz, ex segretario personale di Karol Wojtyla. In una nota il prelato critica le "avventatissime affermazioni" del fratello di Emanuela Orlandi che, martedì alla trasmissione di La7  aveva sostenuto che Wojtyla la sera uscisse in incognito dal Vaticano con altri preti "e non andasse di certo per benedire delle case".

 

"Si tratta di accuse farneticanti sul conto del Pontefice San Giovanni Paolo II, in connessione all’amara e penosa vicenda della sorella Emanuela. È appena il caso di dire - scrive Dziwisz nella nota - che suddette insinuazioni che si vorrebbero all’origine scaturite da inafferrabili ambienti della malavita romana, a cui viene ora assegnata una parvenza di pseudo-presentabilità, sono in realtà accuse false dall’inizio alla fine, irrealistiche, risibili al limite della comicità se non fossero tragiche, anzi esse stesse criminali".

L’ex arcivescovo di Cracovia, già segretario personale di Giovanni Paolo II ritiene che un "crimine gigantesco è stato fatto a Emanuela e alla sua famiglia, ma criminale è lucrare su di esso con farneticazioni incontrollabili, volte a screditare preventivamente persone e ambienti fino a prova contraria degni della stima universale. Come segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II posso testimoniare, senza il timore di smentite, che fin dal primo momento il Santo Padre si è fatto carico della vicenda, ha agito e fatto agire perché essa avesse un felice esito, mai ha incoraggiato azioni di qualsiasi occultamento, sempre ha manifestato affetto, prossimità, aiuto nei modi più diversi alla famiglia di Emanuela. A questi atteggiamenti io continuo ad attenermi, auspicando correttezza da parte di tutti gli attori e sperando che l’Italia, culla universale del diritto, saprà con il suo sistema giuridico vigilare sul diritto alla buona fama di chi oggi non c’è più, ma che dall’alto veglia e intercede".

 

Parole a cui risponde il legale di Pietro Orlandi, Laura Sgrò, seppur senza citare direttamente il cardinale polacco: "Spiace che alcune persone abbiano estrapolato qualche frase manipolando il quadro complessivo delle sue dichiarazioni. Spiace, altrettanto, che tra coloro che lo accusano a mezzo stampa di ledere la memoria di chi non c’è più, vi sia anche chi, contattato negli anni numerose volte" "si sia sempre sottratto a un confronto autentico e sincero con lui".

"Pietro Orlandi - precisa Sgrò - non ha inteso formulare accuse nei confronti di alcuna persona", ma "ha accolto con sentimenti positivi la volontà del Santo Padre di avere dato al Promotore di Giustizia" Alessandro Diddi "massima libertà di azione per indagare ad ampio raggio, senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla sulla scomparsa di Emanuela Orlandi".

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