acque sar libiche

Naufragio migranti, la Guardia costiera smentisce Ong e sinistra: cosa è successo

La sinistra si è affrettata a cavalcare il caso del nuovo naufragio di migranti avvenuto a largo delle coste libiche domenica 12 marzo, con Elly Schlein che ha letto la notizia durante l'assemblea nazionale del Pd gridando alla "vergogna italiana". Insomma, un altro caso Cutro. Ma, in modo ancora più clamoroso rispetto a come avvenuto per la strage davanti alle coste calabresi, la Guardia costiera italiana mette un muro su ogni possibile speculazione contro il governo di Giorgia Meloni. E rispedisce al mittente le accuse delle Ong che avevano accusato l'Italia di ritardare i soccorsi. 

 

A lanciare l'allarme per un barchino in difficoltà con 47 migranti a bordo era stato Alarm Phone, il servizio che raccoglie gli Sos dei migranti Le autorità libiche erano allertate, dunque. "Nella notte dell’11 marzo Watch the Med - Alarm Phone - è la ricostruzione della Guardia costiera italiana - segnalava al Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, a quello maltese e a quello libico una barca con a bordo 47 migranti, in area Sar libica a circa 100 miglia dalle coste libiche. Successivamente l’unità veniva avvistata dal velivolo ’Ong Seabird 2’ il quale procedeva ad inviare una chiamata di soccorso e contattava il mercantile ’Basilis L’ che confermava di dirigere verso il barchino. Tutte le informazioni venivano fornite anche alle Autorità libiche e maltesi".

 

Mettiamo alcuni punti. Il tratto di mare in questione è sotto la responsabilità della Libia, avvertita dell'allarme. Cosa è successo in seguito? Il mercantile Basilis L "comunicava di avere il barchino a vista, fermo alla deriva, e di avere difficoltà a soccorrerli" a causa delle avverse condizioni meteo in zona. "Le Autorità libiche, competenti per le attività di ricerca e soccorso in quell’area, a causa della mancanza di disponibilità di assetti navali, chiedevano il supporto, così come previsto dalle Convenzioni Internazionali sul soccorso in mare, del Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma che, su richiesta delle autorità libiche, inviava nell’immediatezza, un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in transito", è la ricostruzione della Guardia costiera. 

 

La Centrale Operativa della Guardia costiera di Roma, oltre al mercantile Basilis L che rimaneva vicino al barchino, "inviava 3 mercantili presenti in zona verso il natante in difficoltà - si legge nella nota -. Le operazioni di trasbordo dei migranti iniziavano alle prime luci dell’alba da parte di uno dei 4 mercantili che avevano raggiunto il barchino in difficoltà". Il dramma c'è stato proprio durante le operazioni di soccorso da parte della motonave Froland: "Il barchino durante il trasbordo dei migranti si capovolgeva: 17 persone venivano soccorse e recuperate dalla nave mentre risultavano dispersi circa 30 migranti. Due dei migranti recuperati a bordo dalla motonave Froland che dirige verso l’Italia, necessitano di assistenza medica e, pertanto, il mercantile dirigerà dapprima verso Malta per lo sbarco delle due persone per le urgenti cure mediche", scrive la Guarda costiera che sottolinea come le ricerche dei dispersi continuano con l’ausilio dei mercantili presenti in zona, altri natanti  che stanno raggiungendo l’area e col sorvolo di due assetti aerei Frontex. La nota si conclude sottolineando che "l’intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell’area di responsabilità Sar italiana", con libici e maltesi che sono restati "inattivi".