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Decreto migranti, Nordio: quando scatta il nuovo reato. Colpo agli scafisti

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Stretta contro l'immigrazione clandestina e pugno duro con gli scafisti. Nel Consiglio dei ministri tenuto giovedì 9 marzo a Cutro, teatro del tragico naufragio di migranti, il governo di Giorgia Meloni ha varato un decreto che "prevede un aumento delle pene per il traffico di migranti e l’introduzione di una nuova fattispecie in relazione alla morte o alle lesioni gravi in conseguenza al traffico di clandestini che prevede una pena fino a 30 anni di reclusione", ha spiegato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è entrato nel merito del provvedimento: che è "un intervento estremamente severo nei confronti degli scafisti". Interventi "severi" sono previsti "anche nei confronti di chi organizza e promuove finanziariamente questa tratta di persone".

 

Il Guardasigilli spiega che la norma "si articola in 3 momenti: inasprimento delle pene dell’articolo 12 del Testo unico della legge sull’immigrazione". "Le pene vengono aumentate in misura consistente", ma "soprattutto - spiega Nordio -vi è l’introduzione di una nuova fattispecie, che punisce con una pena che va da 20 a 30 anni quando deriva come conseguenza non voluta da parte degli scafisti la morte o la lesione grave o gravissima di più persone". "Se la morte o la lesione fosse voluta ci troveremmo davanti a un omicidio volontario - dice - la pena è portata al massimo, cioè a 30 anni".

 

"La terza novità - dice Nordio - è costituita dall’allargamento di giurisdizione penale dello Stato Italiano". "Se la condotta è diretta a procurare l’ingresso illegale il reato è punito anche quando la morte si verifica al di fuori del territorio - spiega Nordio - Quando l’imbarcazone è diretta verso il territorio nazionale, anche se il disastro si verifica in acque extranazionali, la giurisdizione penale italiana viene affermata, secondo quanto espresso dalla Presidente Meloni". Insomma, come spiega Nordio, "c’è un allargamento della nostra pretesa punitiva nei confronti di questi criminali che generalmente agiscono in associazione e traggono da questa attività alimenti finanziari per aumentare ulteriormente la propria attività illegale. È una crescita esponenziale e se non la fermiamo con l’arma della sanzione penale rischia di far aumentare anche le vittime in mare". 

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