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Agorà, il generale Capitini: Putin più debole, chi non vede l'ora di sfidarlo

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In linea teorica non ha tutti i torti Vladimir Putin a sospendere l'adesione della Russia al trattato New Start sulle armi nucleari, evoluzione degli accordi nati dalla collaborazione tra Bush senior e Boris Eltsin dopo l'implosione dell'Unione sovietica. "Tutto sommato è anche ragionevole, Putin dice: nel momento in cui voi Occidente, e segnatamente gli Stati Uniti, state fornendo armi a un paese con cui sono in guerra, mi sembra un po' bislacco che vi consenta di ispezionare fisicamente i siti, contare i missili e valutare lo stato di conservazione delle armi strategiche che di cui dispone la Russia", spiega il generale Paolo Capitini, docente di Storia militare alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, nel corso di Agorà, su Rai3. 

 

"Tutto sommato è ragionevole", afferma l'alto ufficiale nel corso della puntata di mercoledì 22 febbraio. Ma sull'altro piatto della bilancia c'è la propaganda putiniana, con lo "zar" che minaccia l'uso dell'atomica con un obiettivo ben preciso, che non riguarda Stati Uniti o Europa. Le parole di Putin nell'atteso discorso a un anno dall'inizio della guerra sono volte "a rassicurare l'opinione interna perché ci sono tante altre Ucraine in Russia che non vedrebbero l'ora" di liberarsi dal giogo di Mosca, è il ragionamento di Capitini. Insomma, altri territori potrebbero alzare la testa "qualora realizzassero che la grande Russia non ha la forza militare per impedirglielo", spiega il generale che indica la Georgia, la Cecenia e il Daghestan come nuovi possibili fonti caldi. "Paesi che sono quasi dimenticati, ma tutti i portatori di guerre in passato" ricorda l'analita militare. 

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