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Migranti, Ong bloccate. Svolta dell'Europa sui rimpatri dei profughi

Benedetto Antonelli
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«La Commissione ha sempre detto che non finanzia la costruzione di muri, e questo non è cambiato tra ieri e oggi». Con queste parole il portavoce dell’esecutivo europeo, Eric Mamer, ha messo la pietra tombale sulla richiesta dell’Austria affinché sia innalzato un muro tra Bulgaria e Turchia. Una presa di posizione che arriva nelle stesse ore in cui la presidente Ursula von der Leyen ha scritto una lettera ai 27 governi degli Stati membri in vista del Consiglio europeo straordinario che si terrà il 9 e 10 febbraio a Bruxelles. Una missiva in cui spiega qual è la strategia europea in tema di immigrazione.

Per quanto riguarda la protezione dei confini, sempre in relazione alla tensione tra Bulgaria e Turchia, il portavoce della Commissione ha aggiunto: «Spetta agli Stati membri determinare il modo migliore per adempiere ai loro obblighi di protezione delle frontiere e l’Unione europea è lì per sostenerli in questo contesto». Von der Leyen, invece, nella sua lettera definisce l’immigrazione «una sfida europea alla quale dobbiamo fornire una risposta europea». Anche perché, ricorda la presidente della Comm i s s i o n e , nell’ultimo hanno l’Unione europea ha registrato un notevole aumento degli arrivi irregolari sulle rotte attraverso il Mediterraneo e i Balcani occidentali, «le cifre più alte dal 2016».

Sono tre i punti su cui von der Leyen insiste per una risposta immediata: «rafforzare le frontiere esterne», con l’utilizzo coordinato di risorse dell’Ue nei punti strategici e lavorando in modo più mirato con i partner del Mediterraneo e dei Balcani occidentali; «accelerare le procedure dei rimpatri», applicando in modo più sistematico i concetti di Paesi terzi sicuri e avvalendosi della cooperazione dell’Ue per sostenere gli sforzi degli Stati Ue per promuovere il rimpatrio. La presidente dell’esecutivo Ue sostiene, infine, la necessità di «affrontare il problema dei movimenti secondari» garantendo «un’effettiva solidarietà».

In quest’ottica,propone di «attuare appieno il regolamento di Dublino per disincentivare i movimenti secondari» dei migranti e intensificare il sostegno agli Stati membri maggiormente sotto pressione, utilizzando il Meccanismo volontario di solidarietà per i ricollocamenti che dovrebbe diventare conclude la missiva - «precursore di un meccanismo permanente».

Fino ad oggi il fatto che la solidarietà tra Paesi sia «volontaria» si è sempre rivelato un ostacolo ad un’efficace redistribuzione dei migranti. Un problema che scontano soprattutto i Paesi di «primo approdo», Italia in testa. Trasformare questo meccani smo da volontario ad automatico è una degli obiettivi più difficili da raggiungere, vistala tradizione contrarietà degli Stati del nord Europa. Una vera svolta non può vedere la luce senza importanti finanziamenti. I soldi ci sono, assicura von der Leyen, e sono già aumentati.

Come ricorda nella lettera, «quest’anno i progetti di gestione delle frontiere e anti-contrabbando in Nord Africa e nei Balcani occidentali supereranno il mezzo miliardo di euro. Riunire i vari aspetti delle relazioni dell’Ue ci consentirà di fare leva sui progressi in materia di migrazione come parte centrale di relazioni più ampie con i principali partner».

La presidente invita infine gli Stati a cooperare anche con le Ong per quanto riguarda la ricerca e soccorso in mare, esortandoli a rispettare le norme e gli standard vigenti. 

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