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Ultras, il capo della Polizia denuncia: “Poteva finire peggio, fatto molto grave”

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Non si placa la polemica dopo gli scontri tra ultras andati in scena sull’autostrada A1 la scorsa domenica. A parlare è il capo della Polizia, Lamberto Giannini, che in un’intervista al Corriere della Sera difende l’operato delle forze dell’ordine e punta pesantemente il dito sulle tifoserie coinvolte: “Ciò che è accaduto domenica scorsa è molto grave, ma grazie all’attività di prevenzione e intervento siamo riusciti a impedire un contatto diretto tra i due gruppi di tifosi di dimensioni più ampie, e ad evitare conseguenze ben peggiori. Ferme restando le prerogative dell’autorità giudiziaria, credo che ai responsabili da individuare attraverso indagini che devono e saranno condotte con celerità e professionalità, si possano addebitare reati gravi soprattutto per lo scenario in cui si sono verificati, che hanno messo a repentaglio l’incolumità pubblica e la sicurezza dei trasporti. Bisogna però considerare anche quello che non è accaduto grazie all’attività informativa e di prevenzione. La chiusura della stazione di servizio dove gli ultras napoletani erano in attesa di quelli della Roma ha impedito - rivendica Giannini - scontri ancora più consistenti. E in tante altre occasioni, siamo riusciti a evitare disordini".

 

 

“Il legislatore farà le sue scelte ma credo che - dice ancora nell’intervista il numero uno della Polizia - già ora ci siano strumenti sufficienti per arrivare a sanzioni importanti sia sul piano penale che amministrativo. E questo servirà a fermare e sanzionare adeguatamente soggetti coinvolti in questo episodio che magari sono stati già protagonisti di casi analoghi. Arrestati in libertà? Si tratta di decisioni dei giudici relative alla fase cautelare che non posso e non intendo commentare, ma le nostre indagini vanno avanti. Nuove misure sono sempre possibili, ma penso sia necessario mantenere un certo grado di proporzionalità e distinguere i violenti che mettono in pericolo la sicurezza pubblica da chi vuole solo assistere alle partite”. Riguardo a un collegamento fra gruppi ultras di tifosi ed estremismo politico, Giannini ha sottolineato che “non ci sono evidenze di infiltrazioni o addirittura di strategie finalizzate alla commistione tra fenomeni diversi, bensì di singole persone o gruppi che portano i loro comportamenti violenti in situazioni diverse”.

 

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