summit ue

Migranti, Tajani al vertice di Alicante: "Le Ong rispettino le regole, servono soluzioni comuni"

Luigi Frasca

Al vertice Euromediterraneo di Alicante la grande assente è lei, Giorgia Meloni. La premier italiana, bloccata a Roma da una forte influenza, diserta il summit dei 9 paesi Ue del Mediterraneo: a rappresentare l'Italia all'appuntamento spagnolo c'è il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Presenti anche la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. E a margine dei lavori pomeridiani alla «Ciudad de la Luz», (gigantesco studio cinematografico con vista mare) le domande dei cronisti riguardano soprattutto i rapporti con la Francia, dopo le tensioni sui migranti delle ultime settimane e il gelido botta e risposta tra Eliseo e Palazzo Chigi sulla possibile visita di Meloni a Parigi (invito mai ricevuto dalla premier, hanno rimarcato fonti della Presidenza del Consiglio) che ha scandito la vigilia di Eu Med-9. «Noi abbiamo posto e continueremo a porre in tutte le sedi un problema», quello dei migranti, «che è globale. Non è una questione Italia-Francia o Italia-Germania. Noi vogliamo che si affronti un tema che può essere risolto solo a livello europeo», spiega Antonio Tajani, accolto insieme agli altri rappresentanti europei dal premier spagnolo Pedro Sanchez, padrone di casa.

 

 

Tajani scambia solo qualche battuta con il presidente francese Emmanuel Macron nel corso dei lavori. «Non si è parlato di divisioni tra Italia e Francia. Ho salutato Macron, che conosco da tanti anni, ma non credo che si debba insistere su divisioni. Possono esserci opinioni divergenti ma - insiste il titolare della Farnesina - dobbiamo sempre trovare soluzioni a livello europeo». L'immigrazione - tema molto sentito dalla delegazione italiana - non è il «topic» del vertice spagnolo, ma nella dichiarazione finale del summit l'argomento trova spazio in un passaggio: secondo i leader dei Paesi europei del Mediterraneo, «dovrebbe essere raggiunto un giusto equilibrio, in linea con i trattati dell'Ue, tra solidarietà ed equa condivisione delle responsabilità come principio guida delle politiche europee». Da parte dell'Italia, sottolinea Tajani a margine, «non manca mai una risposta solidale, l'importante è che si rispettino sempre e comunque le regole, anche da parte delle Ong».

 

 

Ampio spazio al tema dell'energia e agli effetti sull'economia causati dal conflitto in Ucraina. Sul tetto al prezzo del gas, per Tajani «siamo sulla giusta strada per trovare un compromesso». Nel documento conclusivo i leader dei 9 paesi (Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna) chiedono «la rapida messa in atto di un prezzo massimo del gas basato sul mercato in modo temporaneo ed efficace, che garantisca la prevenzione di prezzi energetici eccessivi e anche la competitività industriale e la sicurezza dell'approvvigionamento». I leader ribadiscono inoltre la loro «determinazione» a «continuare a fornire forte sostegno alla resilienza economica, militare, sociale e finanziaria complessiva dell'Ucraina, compresi gli aiuti umanitari».