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“Minori pagati a nero e sfruttati” nelle coop legate a Soumahoro. Via all'indagine

Tommaso Carta

Un'inchiesta rischia di offuscare l'immagine di Aboubakar Soumahoro, dallo scorso ottobre deputato dell'Alleanza Sinistra Verdi ma da molto prima volto simbolo della difesa dei diritti dei lavoratori immigrati in Italia. Sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri di Latina dopo la denuncia del sindacato Uiltucs che ha presentato un esposto su presunte irregolarità nei pagamenti e nei contratti stipulati con alcuni migranti impiegati in due cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera del sindacalista e deputato. Progetti, tra gli altri, finanziati anche dalla Prefettura di Latina. Al vaglio dei militari dell'Arma e della procura di Latina ci sarebbero alcuni documenti trovati all'esterno della sede di una delle cooperative mentre era in corso un trasloco. Verifiche, anche in collaborazione con l'Ispettorato del Lavoro, sugli incartamenti. L'accusa della procura di Latina riguarda le coop Karibu e Consorzio Aid. Alcuni minorenni hanno denunciato al sindacato Uiltucs di essere stati maltrattati, privati di acqua e luce, altri di non ricevere lo stipendio da due anni e di lavorare a nero.

 

 

Soumahoro ha dedicato alla vicenda un lungo post su Facebook: «Non c'entro niente con tutto questo e non sono né indagato né coinvolto in nessuna indagine dell'arma dei carabinieri, di cui ho sempre avuto e avrò fiducia». «Non consentirò a nessuno di infangare la mia integrità morale - ha continuato il parlamentare - per questo, dico a chi pensa di fermarmi, attraverso l'arma della diffamazione e del fango mediatico, di mettersi l'anima in pace. A chi ha deciso, per interessi a me ignoti, di attaccarmi, dico: ci vediamo in tribunale! Ho dato mandato ai miei legali di perseguire penalmente chiunque infanga il mio nome o la mia immagine, mi diffama o getta ombra sulla mia reputazione». Nonostante la precisazione di Soumahoro, Fratelli d'Italia ha annunciato un'interrogazione alla Camera dei deputati sulla vicenda al ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone «per sollecitare eventuali provvedimenti nei confronti delle due cooperative. I fatti riportati dagli organi di stampa, se confermati, sono gravi e meritano un'immediata azione di trasparenza».

 

 

Dura la nota della deputata leghista Simonetta Matone: «Vorremmo sapere dall'onorevole Boldrini se oggi premierebbe nuovamente Marie Terese Mukamitsindo, a capo della cooperativa Karibù, che a Latina lotta contro il caporalato ma poi pagherebbe i suoi dipendenti, quando si ricorda di farlo, a nero, di fatto sfruttandoli. E chiediamo all'onorevole Soumahoro se era questo che intendeva quando, entrando a Montecitorio, diceva di voler tutelare "chi vive nel fango della miseria e del caporalato", la "miseria di chi non riesce a pagare la bolletta e l'affitto"». Attacca anche il capogruppo leghista nel Consiglio regionale del Lazio Angelo Tripodi, ricordando come la coop su cui indaga la procura di Latina sia stata «sbandierata da anni dagli amministratori del Pd e dall'ex sindaco di Latina Damiano Coletta come modello dell'accoglienza in Italia», in linea «con il segretario del Pd, Enrico Letta, e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ha elargito fondi regionali al sistema dell'accoglienza». »Uno scenario preoccupante, in cui si interseca il legame tra la coop e alcuni Comuni governati dal Pd e dalla sinistra ormai da anni: gli affidamenti diretti per centinaia di migliaia di euro e il sistematico ricorso alle proroghe, qualche amministratore locale dipendente della coop e, addirittura, alcuni funzionari pronti ad affittare i propri immobili» conclude Tripodi.