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Cambia la legge 104: l'assistente al disabile può essere più di uno

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Non più un referente unico per i permessi retribuiti sul lavoro per l'assistenza ai disabili. Cade il vincolo previsto dalla legge 104 per l’assistenza ai familiari invalidi o in situazioni di disabilità grave. Adesso i tre giorni mensilini di permesso possono essere distribuiti anche su più familiari che ne fanno richiesta.

 

I figli con genitori disabili, ad esempio, possono quindi alternarsi e ottenere un permesso ciascuno al lavoro, per un massimo di tre giorni mensili che non varia. Ovviamente non si cumulano, e quindi complessivamente restano tre giorni. Lo ha chiarito l’Inps nel messaggio numero 3096. La nuova disciplina aggiorna la legge 5 febbraio 1992, n. 104 o Legge 104 per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap, che viene ora adeguata a una direttiva europea.

Il decreto di attuazione elimina il principio del “referente unico dell’assistenza”, in base al quale, a esclusione dei genitori, non poteva essere riconosciuta a più di un lavoratore dipendente la possibilità di fruire dei giorni di permesso per l’assistenza alla stessa persona. Adesso però - come spiega l'Inps - «il diritto può essere riconosciuto, su richiesta, a più soggetti tra quelli aventi diritto, che possono fruirne in via alternativa tra loro».

La possibilità di condividere i giorni di permesso retribuito tra più familiari è già in vigore, a partire dallo scorso 13 agosto. La domanda deve essere presentata all’Inps da parte degli aventi diritto, utilizzando l'apposito modulo, che è reperibile anche sul sito web dell’Inps. Si tratta del modello denominato SR08_Hand 2, che va utilizzato anche in caso di rinnovo dell’autorizzazione. Il datore di lavoro non può rifiutare la richiesta di permesso del lavoratore, ma ha diritto di chiedere una programmazione delle assenze nonché un preavviso sui giorni d'assenza del dipendente.

 

I permessi possono essere richiesti dai genitori (anche adottivi ed affidatari) di figli disabili in situazione di gravità, dal coniuge o convivente di fatto, da parenti ed affini entro il terzo grado di un disabile in situazione di gravità. La circolare n. 36 del 7 marzo 2022 ha esteso la possibilità di richiesta dei permessi retribuiti alla coppie “di fatto” e alle unioni civili tra persone dello stesso sesso.

Le patologie che portano al riconoscimento di un handicap grave riguardano, ad esempio, l’apparato cardiocircolatorio, respiratorio, digerente, urinario, endocrino, osteoarticolare e locomotore, neurologico. Inoltre, vengono considerate patologie psichiche, uditive, dell'apparato visivo, fisiognomico, stomatognatico, fonatorio, riproduttivo femminile e maschile. E poi patologie congenite, ematologiche, reumatiche, neoplastiche e rare. Esistono anche delle specifiche tabelle ministeriali sulle patologie compatibili con il riconoscimento dello stato di handicap grave.

Se  una determinata patologia non è compresa nelle tabelle, il personale medico è tenuto a definire le lesioni tenendo in considerazione infermità analoghe e di pari gravità. Una volta individuata la patologia bisogna intraprendere un iter amministrativo volto al riconoscimento dell’handicap per ottenere i benefici della legge 104. Sarà poi il medico curante a compilare online sul sito dell'Inpes la certificazione medica richiesta. In particolare, il medico dovrà indicare qualora ricorrano, l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o della impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita senza assistenza continua.

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