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In Onda, "guerra e peste". La profezia choc di Ilaria Capua su cinghiali e vaiolo delle scimmie

Giada Oricchio
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“Il vaiolo delle scimmie come la peste suina non sono una sorpresa. Noi europei siamo viziati”. A In Onda, il programma del preserale di LA7, sabato 28 maggio, la professoressa Ilaria Capua, ricercatrice e virologa, ha tirato le orecchie all’Europa: “Siamo viziati. Come per le guerre intorno a noi, non ci siamo accorti del vaiolo della scimmia e ci sorprendiamo. In Nigeria è endemico, ma noi le malattie presenti al di fuori della nostra zona protetta non vogliamo vederle. Poi magari le ridicolizziamo”.

La virologa ha confermato che questo virus non ha nulla a che vedere con il Covid, che è una malattia benigna e si trasmette attraverso il contatto diretto. Critica anche sulla gestione della peste suina: “Sapevamo che sarebbe arrivata in Italia, lo sapevamo. E’ in tutta l’Europa dell’Est compresa l’Ucraina e anche in Russia e Cina. Abbiamo poi questo disastro dei cinghiali urbanizzati, sono un grande pericolo ma ci preoccupiamo solo quando arriva a Roma. Non sono state messe in atto tutta una serie di misure che contenessero la malattia”.

Capua ha spiegato che il lockdown dei cinghiali serve ad arginare la diffusione della patologia: è fondamentale evitare il contagio degli allevamenti domestici di suini. La soluzione? “Bisognerebbe abbattere i cinghiali, assolutamente - ha affermato senza alcuna indulgenza l'accademica -. Così abbiamo sconfitto il randagismo che portava infezioni. I cinghiali devono stare nei boschi, non nelle città, portano un sacco di malattie, sono maiali! E’ diventato un fenomeno pittoresco, ma non lo è affatto, fosse solo per l’immagine di Roma”.

Per la Capua, il futuro è fosco: “Se c’è relazione tra guerra e peste? Si sa che dopo le guerre arrivano le epidemie per mancanza di igiene. La carestia? Beh, siamo in piena guerra del grano. Questo dimostra quanto siamo connessi dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista della salute”. Insomma, facciamo parte di un sistema di salute circolare perennemente a rischio.  

 

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