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"Inutili le mascherine al chiuso", il siluro di Andrea Crisanti a Speranza. Scuola, assurdo vietare ai no-vax di insegnare

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«Dal punto di vista epidemiologico far tenere le mascherine in classe è una scelta inutile». Andrea Crisanti, professore di Microbiologia all'Università di Padova, in un'intervista al quotidiano "La Verità" spiega perché è contrario all'intenzione del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e del ministro della Salute, Roberto Speranza, a mantenere l'obbligo fino a giugno per gli alunni dai sei anni in su in ogni scuola. «Secondo me è un problema psicologico. Non è una misura basato su un dato statistico. Le mascherine a scuola possono avere il fine di proteggere il personale scolastico. Sicuramente non proteggono i ragazzi, che si muovono, stanno nei corridoi, si mischiano e appena usciti da scuola se le levano. Il problema sorge però in presenza di persone fragili». Alla domanda sul perché i supplenti vaccinati possono insegnare al posto dei docenti non vaccinati muniti di tampone negativo, Crisanti risponde: «A questo sono infatti contrarissimo».

Per quanto riguarda invece gli altri luoghi al chiuso, dal primo maggio dovrebbe essere permesso togliere le mascherine. «Che impatto può avere andare al supermercato con la mascherina quando poi allo stadio le persone si accalcano, cantano, si abbracciano, o vanno al bar, al ristorante, in discoteca? È un controsenso». Quanto all'arllarme per le nuove varianti, Crisanti precisa: «A un tale livello di trasmissione, se c'è una variante un po' più trasmissibile dell'altra, non è che dobbiamo stare qui a stracciarci le vesti. Il vero problema sarebbe se emergessero varianti in grado di infettare e causare malattia grave anche nei vaccinati».

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