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Cartabianca, Orsini gela la Berlinguer: "Legami col Cremlino? Chi c'era al governo quando..." sinistra azzerata

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Dopo le polemiche sul contratto proposto dalla Rai e poi congelato per le polemiche il professor Alessandro Orsini torna a Cartabianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer (ma gratuitamente). La conduttrice nella puntata di martedì 29 marzo entra subito nel vivo chiedendo a bruciapelo al docente della Luiss, accusato di essere filo-Putin, se ha legami con il Cremlino. La risposta di Orsini è una stilettata alla sinistra che ora lo vuole impallinare. 

 

Rapporti con il Cremlino? "Di nessun tipo, io sono stato membro di due commissioni del governo sulla radicalizzazione jihadista. Ero coordinato da Marco Minniti (ex ministro degli Interni del Pd, ndr) che era una sorta di super-capo dei servizi segreti" e poi sarebbe andato al Viminale, ricorda il prof. Per quell'esperienza la sua vita stata ovviamente passata la setaccio: "Ti guardano anche se hai una multa per divieto di sosta, figuriamoci se avessi avuto contatti col Cremlino o un altro governo straniero. Non sarei mai entrato in quella commissione". 

 

Ebbene, a volere il "filo-russo" come esperto per il governo era stato un esponente della galassia dem. La Berlinguer allora tira fuori l'elogio fatto dalla Tass, l'agenzia si stampa di Mosca, voce ufficiale del Cremlino, "È stato il più grande onore per me da studioso, perché è un'agenzia nemica - replica Orsini - Ho sempre sognato di essere questo, come dico ai miei studenti: un uomo è un ponte sospeso su un abisso. È un onore essere considerati da un nemico una persona leale, perché io sono dalla parte dell'Occidente e non ho paura di essere attaccato". 

Lo studioso si dice filo-europeo, perché il suo discorso è finalizzato a difendere il territorio europeo come fanno gli Stati Uniti con il loro e con i cittadini americani. 

 

Nella trasmissione vanno poi in onda le immagini dell'audizione in Senato del professore Orsini. Nel 2018 il docente aveva lanciato l'allarme per le crescenti tensioni nell'est Europa e aveva apertamente avvertito i senatori della possibilità che la Russia potesse sfondare le linee occidentali mettendoci davanti al rischio di entrare in guerra. 

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