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Toni Capuozzo e la previsione sulla guerra in Ucraina: "Perché sta per finire"

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Arrivati al giorno numero 30 di bombe e morti in Ucraina forse si vede qualcosa che assomiglia all’inizio della fine. Ne è convinto il giornalista Toni Capuozzo che, in un lungo post su Facebook spiega le ragioni che porteranno molto alla fine del conflitto. Un'analisi lucida che prevede come evolverà lo scenario bellico dopo l'invasione della Russia lo scorso 24 febbraio. “Gli ucraini hanno tenuto Kiev, cosa possono fare di più? La Russia ha preso la costa, cosa vuole di più? Gli Stati Uniti hanno schierato sull’attenti i Paesi della Nato, e si portano a casa un favoloso contratto di vendita del gas: cosa possono pretendere di meglio?”. 

Come andrà a finire? Mancano i dettagli, dalla caduta di Mariupol ad altri conti minori da regolare, ma l’Ucraina che si disegna sulle carte geografiche assomiglia a una nuova Cipro. Spiega Capuozzo: "I russi si ritireranno – a cessate il fuoco, ritirarsi a guerra in corso è difficile e pericoloso- dal perimetro di Kiev, lasceranno città indomite e disarmate come Kherson, si terranno la costa. E tutti potranno cantare vittoria: Putin sosterrà che ha protetto e liberato il Donbass – e denazificato Mariupol – Zelinsky che ha respinto l’invasione. A quale costo, lo sanno. Gli Stati Uniti hanno disciplinato perfino l’Unione Europea, e la corsa al riarmo, invocata a vuoto da Trump, è diventata una gara a chi spende di più. La Cina avrà dato prova di moderazione, senza tradire l’alleato russo e senza bruciare i mercati europei e globali. E noi, noi potremo tirare un sospiro di sollievo, con la fine delle brutte notizie, le bombe chimiche e quelle atomiche che tornano in garage. Forse, a cose finite, bisognerà tornare alle cause di questa guerra, a come è andata covando. Ma sono, come dopo Tripoli, dopo Baghdad, dopo Sarajevo, dopo Kabul, dopo Belgrado, lezioni che non interessano mai, quando si attutisce il rumore della guerra. La vera resa dei conti non sono mai le madri di tutte le battaglie, sono i cimiteri, il giorno dopo. Ma forse sono troppo ottimista, servono ancora un po’ di morti".

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