lettera alle caserme

Addestrate i soldati alla guerra e tenete pronti i carri armati, la circolare dell'Esercito fa scattare il panico

Il protrarsi della guerra in Ucraina fa alzare il livello di guardia nelle forze armate italiane. Una circolare inviata alle caserme dal il capo di Stato Maggiore dell’Esercito chiede ai vertici militari di tenere efficienti i carri armati, limitare i congedi e orientare tutte le operazioni di addestramento al "warfighting", ossia al combattimento. Una lettera definita di "routine" ma che fa riferimento allo scenario geopolitico in evoluzione e riprogramma le attività della Difesa nei prossimi due anni. E scoppia la polemica politica: ci prepariamo al peggio?

La lettera che porta la data del 9 marzo scorso porta la firma del generale di brigata Bruno Pisciotta e dispone tra l'altro nuove indicazioni su personale, addestramento, impiego e sistemi d’arma in vista delle "evoluzioni sullo scacchiere internazionale", rivela l'Adnkronos. Un'accelerazione "con effetto immediato" che chiede ai vertici militari di valutare le domande di "congedo anticipato" e di tenere disponibili le "capacità pregiate" in un "momento caratterizzato dall’intensificarsi delle tensioni geopolitiche".

 

"Il personale in ferma prefissata dovrà alimentare prioritariamente i reparti che esprimono unità in prontezza nei prossimi due anni e che tutte le unità in prontezza devono essere alimentate al 100% con personale ready to move, senza vincoli di impiego operativo, anche ricorrendo all’istituto del ’comando'. Tale linea d’azione rappresenta una priorità" è la richiesta dello Stato maggiore. La circolare dispone inoltre che le "attività addestrative, anche quelle dei minori livelli ordinativi, dovranno essere orientate al warfighting" e che "ciascun reggimento di artiglieria deve essere addestrato ad operare sia nel ruolo di supporto diretto che in quello di supporto generale".

 

Nel testo si fa esplicito riferimento ai mezzi pesanti dell'esercito, in quanto "devono porsi in essere le attività necessarie ad accelerare la disponibilità operativa del 52° rgt. art. ’Torino'", di stanza a Bracciano, "dando priorità alle batterie semoventi", e si chiede di "provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri (con focus sulle piattaforme dotate di sistemi di autodifesa) e i sistemi d’arma dell’artiglieria".

 

Sollecitato dopo l'uscita della notizia, lo Stato Maggiore dell’Esercito ha precisato che si tratta di un documento interno di "carattere routinario" ma ammette che si tratta di un adeguamento a "un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti". Rassicurazioni che non bastano a smorzare le polemiche: "Il nostro esercito si prepara a combattere. È la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso", scrivono in una nota Maurizio Acerbo e Gregorio Piccin del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea che definiscono la lettera "gravissima" e chiedono spiegazioni al governo anche sul tipo di armi che l'Italia sta mandando in Ucraina.