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Dal green pass all'identità digitale, Paragone all'assalto: grazie a Colao il controllo sarà totale

Gianluigi Paragone
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«Stiamo pensando ad una piattaforma per l'erogazione di tutti i benefici sociali, il nome provvisorio è IDPay, tutto direttamente in digitale». Ma quant’è smart e moderno il ministro Vittorio Colao, l’uomo atterrato nel governo dei Migliori dalla plancia di comando della Vodafone, azienda dove cominciò (dopo una formazione in Morgan Stanley e poi in McKinsey) quando ancora si chiamava Omnitel. Da Ivrea a Londra, posizione dopo posizione.

 

Insomma, chi più di un uomo che si è formato tra finanza e telecomunicazioni (ultimo incarico in Verizon e parentesi in Rcs) può accompagnare gli italiani nei servizi smart, comodi, moderni, dove basta poggiare la retina per non avere più scocciature. Oh, finalmente anche la Pubblica Amministrazione, anzi lo Stato, si mette alla pari con i protagonisti di Big Tech. E se già lo facciamo per Apple e compagnia, perché non farlo quando è il governo per conto dello Stato a chiedertelo?

 

Semplice, perché abbiamo già visto con il Green Pass cosa succede e cosa potrà succedere da qui a poco se non si cancella e si distrugge il protocollo della ID europea matrice del lasciapassare. Accade che il tuo nome, la tua carta d’identità, persino i tuoi diritti fondamentali e le tue libertà sono assoggettata alla esibizione continua di un qr code. E se non sei in regola, ecco che scattano le sanzioni (quelle pecuniarie, prelevate immediatamente), le privazioni della libertà, le restrizioni dei diritti (dalle cure mediche al ritiro della pensione in posta). Ciò che le Big Company non possono (ancora?) fare, lo Stato lo fa: usare le forze dell’ordine se ti opponi, se contesti, se hai un capello fuori posto.

Esempio: lo Stato ti contesta il mancato pagamento del bollo auto o di una tassa di dieci anni fa; tu sai di averla pagata ma non hai la ricevuta, così devi impazzire per dimostrare - inversione dell’onere della prova - di non essere un evasore. Lo Stato intanto, che ha la tua identità digitale, ti blocca tutto, esattamente come sta bloccando chi non ha i green pass. Poi accade che tu la ricevuta la trovi e chiedi il ripristino della situazione. A quel punto, lo Stato si prende il suo tempo perché «Sa com’è fatta la burocrazia in Italia, signora mia» e bisogna compilare moduli su moduli.

Insomma l’ideona di Colao è esattamente la concretizzazione di un disegno distopico, di controllo orwelliano, asimmetrico e per nulla democratico. Del resto l’uomo formato in Morgan Stanley e realizzatosi in Vodafone lo disse senza troppi giri di parole: «Con il 5G controlleremo tutto da remoto». Per questo l’identità digitale è un passaggio obbligato. Per loro. Il primo passaggio è già stato compiuto con il Green Pass: vaccino, lasciapassare, diritti e libertà.

 

L’ID digitale identificherà il cittadino, ne assorbirà la vecchia carta d’identità, faciliterà il pagamento senza contanti (la lotta al contante è sempre un obiettivo di chi si forma nelle banche d’affari) di bollettini, multe e quant’altro. E se salti il saldo di una multa, ecco che non entri più al lavoro, se salti una rata delle tasse ecco la limitazione del diritto alle cure, e così via.

Ripeto, lo abbiamo visto in questa emergenza sanitaria: chi non fa quel che è giusto per il governo, viene discriminato a norma di legge. Diventa meno cittadino. Siccome le emergenze non sembrano finire mai, fatevi due conti: vi piace davvero questo mondo moderno?

 

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