nuove regole

Carcere per i furbetti del Superbonus. Ma viene ripristinata la cessione del credito

Gaetano Mineo

Multe fino a centomila euro e carcere fino a cinque anni. Tempi duri per i «furbetti» del Superbonus 110% su cui è arrivata la stretta del governo Draghi con un provvedimento licenziato all'unanimità e che dovrebbe mettere fine alla truffa miliardaria «tra le più grandi che la Repubblica abbia mai visto», per dirla col ministro dell'Economia, Daniele Franco. Un provvedimento che ridà nuove regole a tutti i bonus edilizia (Superbonus 110%, Ecobonus, Sismabonus, bonus facciate, ristrutturazione edilizia) e soprattutto porta a tre le cessioni del credito. Non hanno pace i bonus edilizia che con quest' ultima hanno subito ben 9 modifiche negli ultimi 20 mesi, a partire dal Decreto Rilancio. Ma andiamo per ordine, iniziando dalle novità sulla cessione dei crediti contenute nel primo articolo del nuovo Dl «misure urgenti per il contrasto alle frodi in materia edilizia». Con la nuova norma, dopo la prima acquisizione del credito, quest'ultimo potrà essere ceduto altre 2 volte ma solo a banche e intermediari finanziari iscritti all'albo o a imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia, quindi vigilati dalla Banca d'Italia. Viene così ripristinata la cessione plurima del credito, bloccata lo scorso 27 gennaio con la norma che aveva imposto la cessione del credito una sola volta.

 

 

La conseguenza immediata (anche in virtù del sequestro dei crediti-truffa) era stata che Poste Italiane, Cdp e molte banche hanno sospeso l'attività di compravendita di tutti i crediti fiscali. Ora invece si riparte. Inoltre, le banche che hanno rivelato crediti fiscali relativi ai bonus edilizi e oggetto di truffa potranno comunque incassare i crediti. In pratica, la correzione riportata sulla norma, se sarà confermata la sua introduzione, permetterà a chi ha un credito sequestrato di non perderlo. Un bonus rimborsato in 5 anni, per esempio, se sequestrato per due, al momento del dissequestro potrebbe vantare solo tre anni di recupero, con la modifica, i 5 anni partirebbero dal nuovo «via libera». Mentre da ora in poi, la banca che subisce una truffa, e nello specifico acquisisce crediti inesistenti, non dovrà rimetterci. Sarà l'Agenzia delle Entrate infatti a pagare l'istituto di credito e poi si rivarrà su chi ha ideato la truffa.

 

 

Da rimarcare l'univoco identificativo che avrà ogni singolo credito, previsto nella norma, e che sarà una sorta di bollino anti-frode al fine di evitare di incassare più volte lo stesso credito. Le nuove disposizioni si applicano alle cessioni inviate all'agenzia delle entrate dal primo maggio 2022. Come detto, arrivano carcerazione e multe anche per il «tecnico abilitato» che, nelle asseverazioni necessarie per ottenere i bonus edilizi, «espone informazioni false o omette di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione», oppure «attesta falsamente la congruità delle spese». La reclusione va da due a cinque anni e la multa da 50mila a 100mila euro. Pena aumentata «se il fatto è commesso per conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri». Dopo la stretta sulle frodi arrivano anche le norme che obbligano le imprese che volessero accedere ai bonus edilizia ad applicare ai lavoratori il contratto nazionale di settore firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi.