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Andrea Crisanti non molla: ci dicano perché muoiono 400 persone al giorno, cosa non torna

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"Basta dire che la variante Omicron è un raffreddore". Andrea Crisanti ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno su Rai 1 tocca vari punti critici della lotta alla pandemia, e punta il dito contro chi minimizza la portata del virus nella sua ultima forma dominante. "Sicuramente Omicron è meno virulenta se vogliamo fare un paragone con Delta, però non è una malattia da sottovalutare - dice il microbiologo - sicuramente alcune categorie di persone si devono preoccupare in modo particolare, parlo degli over 70, di chi ha più patologie e dei non vaccinati".

 

Ma "Omicron sicuramente è in grado di creare anche una malattia grave in persone vaccinate con più patologie" ammette Crisanti. "Una cosa è certa, sappiamo che infetta anche le persone vaccinate, in certi casi anche con la terza dose. Significa che persone fragili con due o tre patologie possono avere una infezione molto grave". 

 

Poi Crisanti torna su un tema clamoroso, che nonostante le richieste del microbiologo dell'università di Padova ancora non ha trovato risposta. La domanda della conduttrice è chiara: perché ci sono ancora tutti questi morti? Ma “questi 434 morti (quelli del bollettino del ministero, ndr) non sono quelli che muoiono in rianimazione. Noi abbiamo 1.200 ricoverati in rianimazione, il tempo medio di ricovero in rianimazione è di 20 giorni con una probabilità di morire" in terapia intensiva "del 50 per cento" spiega Crisanti. "Significa che in 60 giorni dovrebbero morire in rianimazione 30 persone. Per questo chiedo all'Istituto superiore di Sanità e al ministro" Roberto Speranza "dove muoiono le altre persone. Chi sono, che patologie avevano, dove sono, se vaccinati quante dosi hanno fatto. Per me sarebbe giusto saperlo". 

 

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