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Marò, la Procura chiude il caso. Latorre piange per la commozione

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Secondo la procura di Roma gli accertamenti e le prove raccolte dall’autorità indiana sulla vicenda dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono insufficienti ad aprire un processo e perlopiù irripetibili o non utilizzabili. È quanto emerge nella richiesta di archiviazione sul caso, che fa seguito all’indagine coordinata dal procuratore capo di Roma Michele Prestipino e dal pm Erminio Amelio. Le autopsie sui corpi delle due vittime non possono essere ripetute perché i corpi sono stati cremati e il barchino a bordo del quale viaggiavano è stato distrutto. Inoltre gli esami balistici compiuti in India non sono utilizzabili in un procedimento italiano, perché compiuti secondo regole diverse da quelle del nostro sistema giudiziario. La procura, nelle motivazioni della richiesta, sostiene che gli elementi di prova raccolti non sono sufficienti ad attribuire in modo univoco il fatto ai due indagati. Tutto ciò, sostengono i magistrati, crea una insufficienza incolmabile nella contradditorietà.

Mettendo da parte l’insufficienza di prove, dal procedimento indiano è emerso che la nave Enrica Lexie, a bordo della quale erano i due fucilieri, ha rispettato tutte le regole di ingaggio nei confronti dell’imbarcazione attaccata, con una serie di segnalazioni e spari in acqua, nella convinzione che fosse in atto un attacco da parte dei pirati, condivisa anche dai cittadini indiani presenti a bordo. I due marò hanno sempre detto di non aver colpito l’imbarcazione in questione. L’indagine di Piazzale Clodio, che ha portato alla richiesta di archiviazione, non è in contrasto con il risarcimento da 100 milioni di rupie, circa 1,1 milioni di euro, stabilito in favore dei familiari delle vittime dalla Corte arbitrale dell’Aja, nel giugno scorso, la quale ha attribuito all’Italia la giurisdizione penale sulla vicenda.

 

"Sono molto soddisfatto di quanto apprendo dalla stampa". Così l’avvocato difensore di Massimiliano Latorre, Fabio Anselmo, commenta la richiesta di archiviazione da parte della procura di Roma. "In questo momento sta piangendo di commozione", aggiunge. Poi prosegue: "La richiesta di archiviazione è un esito che attendevamo da tanto tempo per una indagine nata proprio da una denuncia Latorre nell’immediatezza dei fatti. Ora attendiamo con fiducia la decisione del gip. In questa storia tutto si è arenato per questioni di politica internazionale tra Italia e India - sostiene l’avvocato -, questo reso Latorre e Girone eterni indagati». «Massimiliano si è sempre detto innocente e mi ha affidato l’incarico anche per questo, per sollecitare la definizione del fascicolo. Attendiamo ora che il gip metta la parola fine a questa drammatica vicenda".

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