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Vincenzo Fortunato nei guai: maxi-sequestro per tasse non pagate sulle consulenze milionarie

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Per incassare consulenze milionarie, evadendo le imposte sui redditi, aveva congegnato un «meccansimo di fittizia imputazione dei compensi professionali». Vincenzo Fortunato, ex capo di Gabinetto del ministero dell'Economia per oltre 10 anni (trasversale a governi di diverso colore politico), è finito sotto inchiesta della Procura di Roma. È accusato di reati tributari e autoriciclaggio. «In qualità di titolare e amministratore di fatto della Disbuc Consulting srl», l'avvocato e professore avrebbe architettato «un disegno fraudolento palesemente preordinato alla parziale elusione degli obblighi tributari». Per questo il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, Alessandro Arturi, lo scorso aprile ha disposto il sequestro preventivo dei suoi conti correnti fino all'importo di 298mila euro. Per beneficiare di un'aliquota più bassa, faceva figurare le sue prestazioni professionali come eseguite dalla Disbuc. Tale società di consulenza, quindi, dal 2017 al 2020 ha emesso «fatture per operazioni oggettivamente inesistenti», «al fine di consentire allo stesso Fortunato di evadere le imposte sui redditi», si legge nel capo di imputazione. Le consulenze, infatti, erano fornite dall'avvocato 65enne, e non dalla Disbuc. Con questo escamotage il professionista «ha beneficiato di un risparmio di spesa per le imposte dovute - recita il decreto di sequestro grazie alla minore aliquota prevista per le persone giuridiche, pari al 24%, a fronte di quella del 43% stabilita per i professionisti persone fisiche».

 

 

 

Come emerso dalle indagini del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, dalla sua costituzione la Disbuc ha emesso nei confronti dei committenti fatture per circa 2 milioni di euro. «Dette operazioni sono da considerarsi inesistenti», spiega il gip. Parte degli utili realizzati, inoltre, sono stati utilizzati dalla Disbuc - da qui l'accusa di autoriciclaggio - per l'acquisto di due unità immobiliari a Roma, nel quartiere della Balduina, in via Morpurgo. In particolare, il 5 giugno 2018 la società ha comprato da Paolo Fortunato la nuda proprietà dell'attico al civico 28, al prezzo di 510mila euro, e il 14 febbraio 2019 un terzo dell'appartamento al terzo piano, pagato 110mila euro. Il capitale della Disbuc Consulting, sulla carta, è detenuto da due coniugi che di fatto non mettono mano né bocca nelle consulenze fornite dalla società. «Io ero l'unico collaboratore di Fortunato presente negli uffici di via Santa Maria in Via, a Roma ha raccontato agli inquirenti Carlo M., stipendiato 2mila euro al mese - a cui si è aggiunta la presenza di mia moglie che è venuta a lavorare presso il predetto studio con mansioni di segretaria, percependo un compenso di 500 euro mensili». La moglie Rosa Maria R., interrogata dal pm, ha spiegato che il 4 febbraio scorso «l'avvocato Fortunato mi ha riferito che la Guardia di Finanza era presso la sede di Strada dei Parchi e qualora mi avessero chiamato di ricordarmi di riferire che lui era semplicemente un cliente della Disbuc e che la società è mia e di Carlo». Effettivamente in quella data i finanzieri hanno sentito come persona informata sui fatti Cesare Ramadori, presidente del consiglio di amministrazione di Strada dei Parchi spa concessionaria delle autostrade A24 e A25 - impresa che ha ricevuto dalla Disbuc fatture per 1,2 milioni di euro. E qualcuno ha riferito «in diretta» a Fortunato della visita della Finanza.

 

 

«Strada dei Parchi utilizza una serie di consulenti per cercare di risolvere tutte le problematiche connesse con l'approvazione del nuovo piano finanziario che, preciso, non è stato ancora approvato, anche se il vecchio è scaduto nel 2013 (questo ritardo si ripercuote sull'aumento dei pedaggi, che dal 2022 potrebbe arrivare fino al 34%, ndr). Per fare questo - ha riferito Ramadori - la società utilizza le competenze del professor Vincenzo Fortunato con il quale ha rapporti dal 2017. Mi sono rivolto a lui per la soluzione di questo problema. Qualche mese dopo, mentre le discussioni con il ministero delle Infrastrutture (titolare della concessione) andavano avanti e si complicavano ulteriormente, il professor Fortunato mi disse che per essere più incisivo nei confronti del Ministero lui aveva bisogno di appoggiarsi a questa società». Due giorni dopo, il 6 febbraio, Fortunato «si è presentato a casa e, alla presenza di mio marito, - ha raccontato Rosa Maria R. - ha aggiunto che nel caso mi avessero chiesto le motivazioni per cui, considerato il nostro tenore di vita, non utilizzavamo i cospicui utili della Disbuc, dovevamo rispondere che volevamo risparmiare». La donna ha poi aggiunto che il 13 febbraio l'avvocato Fortunato era tornato sotto casa dei due coniugi, citofonando più volte. «Gli ho risposto di lasciarci in pace e andare via, ma ha continuato a suonare con insistenza». L'ex capo di gabinetto del Mef, consulente anche di Lottomatica spa, dal 2013 è il commissario liquidatore di Stretto di Messina spa, società del Gruppo Anas che aveva la mission di progettare, realizzare e gestire il Ponte sullo Stretto di Messina. Per questo incarico percepiva 120mila euro annui. Dal 30 marzo 2020 si è ridotto il compenso a 100mila euro all'anno. Nonostante avesse promesso di liquidare tale società nell'arco di un anno, dopo quasi 9 anni è ancora lì e pesa sui contribuenti circa 1.500 euro al giorno.

 

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