allarme al nord

Covid, boom di nuovi casi nel Nord-Est. Il Friuli va verso la zona gialla: ipotesi lockdown per i no-vax

Lorena Cacace

La quarta ondata Covid ha già iniziato a travolgere il Nord-Est con il Friuli Venezia Giulia già verso il passaggio alla zona gialla. I dati del contagio ormai lo indicano con chiarezza: nella Regione che ha visto l’esplodere delle proteste contro il green pass, l’attuale percentuale di positività su tamponi è dell’11,24% (con 355 nuovi casi in 24 ore) contro il 2,1% nazionale. La pressione inizia a farsi sentire sugli ospedali in particolare a Trieste, centro delle manifestazioni dei portuali e dei contrari al certificato verde, che ha visto un boom di casi proprio legato alle manifestazioni. L’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina ha già provveduto a riorganizzare i posti letto dedicati ai pazienti Covid e tutto fa pensare a un imminente passaggio di fascia per l’intera regione. «Penso che in zona gialla come Regione ci andremo», conferma il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine del suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università di Udine, preoccupato non per le misure ma «per l’aumento dei contagi e la possibile zona arancione: in quel caso ci sarebbero danni enormi per l’economia, per settori che hanno battuto e combattuto la crisi. Non possiamo permettercelo».

 

 

L’ipotesi di un lockdown solo per i non vaccinati sembra dunque insinuarsi tanto che, dice ancora Fedriga, «dall’arancione in su il prezzo non possono pagarlo i vaccinati». Altra Regione attenzionata è il Veneto con 712 e un’incidenza del 2,24%. «La situazione negli ospedali è ancora gestibile, però inizia a farsi sentire», ha chiarito Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ma «sta risalendo la curva dei contagi. È un piccolo, inesorabile incremento che non è massacrante solo perché abbiamo l’85% della popolazione veneta che ha fatto il vaccino», ma «io dico che passeremo anche in arancione o in rosso se il contagio non si ferma». La paura, anche qui, è di un ritorno alle limitazioni del lockdown, in un momento di ripresa e con il Natale alle porte, ma il governatore veneto esclude per ora un lockdown per i non vaccinati.

 

 

E mentre nelle Marche l’intera giunta regionale, compreso il presidente Francesco Acquaroli, è in isolamento per la positività di un assessore, gli occhi sono puntati anche sulla Lombardia, la Regione che più ha pagato nelle prime due ondate in termini di vittime. La situazione al momento è sotto controllo. «Siamo una delle regioni con l’incidenza più bassa. I numeri del ministero della Salute dicono che l’incidenza in Lombardia è 56 su 100mila abitanti contro una media nazionale di 78. Puglia, Molise, Basilicata e credo Valle d’Aosta sono le uniche regioni che fanno meglio», spiega il coordinatore della campagna vaccinale Guido Bertolaso che definisce «inevitabile» la terza dose. Contagi aumentati sì, precisano ancora dalla Regione, ma il sistema tiene con un aumento nelle intensive che ci sarà ma sarà contenuto come ha confermato Antonio Pesenti, coordinatore delle terapie intensive nell’Unità di crisi della Regione Lombardia: «È possibile che nella prossima settimana i ricoveri in terapia intensiva comincino ad aumentare».