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Arresti Forza Nuova, spunta il caso dell'ambulanza devastata dall'ultrà della Lazio

Valeria Di Corrado
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Oltre all'assalto alla sede romana della Cgil e agli scontri con le forze dell'ordine per arrivare al Parlamento e a Palazzo Chigi, spunta un nuovo episodio di violenza verificatosi il 9 ottobre scorso nell'ambito della manifestazione "no green pass". Riguarda il trentenne Massimiliano Petri, ultrà della Lazio, finito oggi in carcere su ordine del gip di Roma Annalisa Marzano che ha disposto 6 nuove misure cautelari (3 arresti e 3 obblighi di dimora).

«L’indole violenta di Massimiliano Petri è provata non solo dalla connotazione violenta dei procedimenti penali di cui è gravato - spiega il giudice - ma anche dalla violenza che ha continuato a sprigionare anche nella fase successiva della manifestazione, quando nelle ore serali, a seguito di ulteriori scontri nei pressi dei palazzi istituzionali, alcuni operatori sanitari dell’Ares 118 intervenivano in via delle Covertite per le sue cure e sul posto, dopo essere stati accerchiati e aggrediti dai manifestanti presenti, riuscivano a caricarlo sull’ambulanza per condurlo all’ospedale Santo Spirito».

Petri, già noto alle forze dell’ordine perché membro degli ultrà della Lazio «ha in diverse occasioni scontato le pene in regime di arresti domiciliari, ma a quanto pare - scrive il gip - le pregresse esperienze giudiziarie e cautelari non sono riuscite a contenere le pulsioni aggressive e violente di cui Petri è capace». In particolare, l’ultrà durante il tragitto in ambulanza ha danneggiato gli strumenti sanitari e afferrato per un braccio un’operatrice sanitaria ed è stato denunciato.

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