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"Portateci da Landini o lo andiamo a prendere". La ricostruzione dell'assalto alla Cgil

Valeria Di Corrado
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«Portatece da Landini o lo andiamo a prendere noi». Queste le parole di Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, rivolgendosi ad alcuni agenti dopo che una parte dei manifestanti, sabato scorso a Roma, era riuscita a sfondare il cordone raggiungendo la sede della Cgil di Corso Italia. Un particolare contenuto nella richiesta di convalida degli arresti che la Procura di Roma ha avanzato al gip.

 

«Nonostante i tentativi di mediazione posti in essere dalla polizia con le tre persone che si erano poste alla testa del corteo, Luigi Aronica, Roberto Fiore e Castellino, i manifestanti proseguivano la marcia opponendo una violenta resistenza nei confronti degli operanti che avevano attivato una carica di alleggerimento», si legge nel provvedimento.

Nella richiesta viene ricostruito, inoltre, che «giunti presso la sede della Cgil, Castellino si rivolgeva ad un funzionario di polizia posto a protezione della sede, dicendogli: "lasciatece passà, dovemo entrà". Nonostante i tentativi degli agenti di fare desistere il gruppo, Castellino si rivolgeva alla folla incitandola con gesti inequivocabili a dirigersi verso la sede sindacale. Al fine di raggiungere lo scopo i manifestanti ponevano in essere atti di violenza e aggressione nei confronti degli agenti di polizia».

I pm Gianfederica Dito e Alessandro Di Taranto, nel chiedere la convalida degli arresti per Castellino, Fiore, Aronica, Pamela Testa (una delle organizzatrici della manifestazione), Biagio Passaro (leader del movimento "IoApro") e Salvatore Lubrano, parlano dell'"atteggiamento istigatore del Castellino: di guida e stimolo degli astanti a ribellarsi al regime delle restrizioni sanitarie". Agli atti dell'inchiesta c'è un video che lo riprende mentre dal palco di piazza del Popolo "con toni veementi incitava la folla ad assediare la Cgil".

Castellino "nel corso degli anni e a far data dal 1996, e quindi quando aveva meno di 20 anni, ha iniziato un percorso delinquenziale che non ha mai subito battute d'arresto e che dimostra chiaramente il suo totale disprezzo per le regole del vivere civile", spiegano i pm. "Ciò che maggiormente desta allarme sociale è il fatto che tutti i provvedimenti adottati nel corso degli anni nei confronti di Castellino al fine di contenerne la spinta delinquenziale non hanno fin qui sortito risultato alcuno".

"Seppure non gravati da misure di prevenzione, come nel caso di Castellino, anche Fiore, Aronica e Passaro - si legge nella richiesta di convalida - hanno mostrato nel recente periodo un particolare attivismo nel partecipare anche con ruoli di primo piano alle iniziative di protesta contro i provvedimenti adottati dal Governo e dal Parlamento a tutela della salute e dell'incolumità delle persone, poste in essere dalla grave situazione pandemica connessa alla diffusione del virus Covid-19, iniziative poi sfociate in atti di violenza e nella conseguente commissione di gravi reati".

"Il giudizio sulla pericolosità non può del resto non essere particolarmente allarmante anche nei confronti degli altri due arrestati - Lubrano e Testa - che, seppur formalmente incensurati, hanno dimostrato con il loro operato di essere del tutto avulsi da ogni tipo di rispetto delle leggi e di essere altresì persone particolarmente violente e aggressive e, in quanto tali, estremamente pericolose, specie nell'ambito di gruppi" il cui fine è "il disordine sociale e l'insensato antagonismo". 

 

 

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