le indagini

No Green pass, dopo gli scontri raffica di arresti: dodici persone in manette solo a Roma

Luigi Frasca

Dodici arresti, 600 identificati, 58 agenti feriti. È solo un primo bilancio di quanto accaduto sabato a Roma dove la protesta «no-green pass», con il supporto dell'estrema destra, ha gettato nel caos il centro della città. Le violenze hanno toccato l'apice nell'assalto, da parte dei manifestanti, alla sede nazionale della Cgil.

Tra gli arrestati spiccano Roberto Fiore, 62 anni, presidente nazionale dell'organizzazione Forza Nuova, e il leader romano della stessa, il 44enne Giuliano Castellino. In manette è finito anche il 65enne Luigi Aronica, ex appartenente ai Nuclei armati rivoluzionari (Nar), conosciuto nell'ambiente di estrema destra come «er Pantera». Tra i fermati, oltre agli estremisti di destra, anche Biagio Passaro leader di «IoApro».

Sei persone sono state arrestate in fragranza, altre sei, fra i quali i suddetti appartenenti a Forza Nuova, sabato notte. Devono rispondere, a vario titolo, di danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, mentre sono in corso ulteriori attività di verifica sui filmati registrati dalla polizia scientifica, per valutare altre condotte penalmente rilevanti. Le posizioni degli arrestati sono al vaglio del pool della Procura capitolina che si occuperà di coordinare le indagini e ci sarà anche un pm dell'Antiterrorismo.

Filmati, questi, già contestati dall'avvocato Carlo Taormina - difensore di Fiore, Castellino e altri arrestati - che sottolinea: «La presenza di Fiore e Castellino è una cosa diversa rispetto a quella degli altri manifestanti che hanno assaltato la sede della Cgil. Basta guardare le immagini trasmesse anche in televisione dove si vede che i due sono fermi lateralmente, mentre sono altre persone a sfondare la porta e a fare casino». Indagini anche a Milano, dove una persona è stata arrestata e altre 57 denunciate a seguito del corteo cui hanno preso parte circa 5 mila persone.

Nel capoluogo lombardo, però, ad accendere la miccia sarebbero stati gruppi di antagonisti legati all'estrema sinistra. E stato proprio il leader della Lega Matteo Salvini a sottolinearlo, pur stigmatizzando l'inaccettabile violenza vissuta da entrambe le città: «A Roma sono stati arrestati violenti di destra, a Milano sono stati arrestati elementi di sinistra. Sono tutti criminali e violenti. Sono antifascista, anticomunista e anti-estremista», ha sottolineato. E continua la polemica contro il ministro dell'Interno Lamorgese che, sempre secondo Salvini, si è lasciata beffare su più fronti, a cominciare dalla presenza del leader di estrema destra Castellino.

«Aveva un Daspo pers anni e non poteva andare allo stadio, aveva il braccialetto elettronico e il divieto di partecipare a manifestazioni pubbliche, eppure ieri era h. Possibile che nessuno se ne sia accorto? Ho fatto il ministro dell'Interno e allora era sempre colpa mia. Se questo estremista di destra era tranquillamente in piazza del Popolo, chi gliel'ho permesso? Il ministro ha fatto tutto quello che poteva? Che doveva? Le ipotesi sono due: o è incapace oppure anche peggio. A chi è convenuto che una manifestazione con migliaia di persone finisse in vacca per 50 criminali che dovevano essere fermati? Il ministro ne sapeva qualcosa? Se non lo sapeva è grave, se invece sapeva e non l'ha impedito... i latini dicevano "a chi giova?"».