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Pandora Papers, "un tesoro ai Caraibi". Nei documenti spuntano anche Roberto Mancini e Gianluca Vialli

Giada Oricchio
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Roberto Mancini e Gianluca Vialli sono i due nuovi nomi che spuntano dai Pandora Papers, l’inchiesta giornalistica internazionale coordinata tra numerosi giornali sugli affari di centinaia di politici, personaggi pubblici e famosi che hanno accumulato grandi quantità di denaro nei cosiddetti paradisi fiscali. I nomi sono di spicco: dal re di Giordania al presidente ucraino, dal ministro olandese ai dittatori africani, da Julio Iglesias a Claudia Schiffer. E mancano ancora tanti altri articoli.

Alla lista oggi si aggiungono quelli del CT della Nazionale italiana e del suo braccio destro nonché capo delegazione degli azzurri agli ultimi Europei. Nell’esclusiva del settimanale “L’Espresso” si legge che i  due ex calciatori hanno creato società nelle British Virgin Islands per gestire alcune loro attività e che nel 2009 Mancini aveva pensato di aderire allo scudo fiscale.

Mancini viene indicato nei documenti come l’azionista di Bastian Asset Holdings, con sede nel paradiso fiscale delle British Virgin Islands, mentre Vialli risulta proprietario di un’altra società, la Crewborn Holdings, anche questa registrata alle BVI.

Dagli archivi segreti, consultati da “L’Espresso”, emergono numerosi dettagli sulle due stelle del calcio italiano, legati da un’amicizia risalente a inizi anni ’90 quando giocavano insieme nella Sampdoria: “Il tecnico azzurro nel 2009 aveva segnalato a una fiduciaria italiana di essere intenzionato a chiedere lo scudo fiscale per regolarizzare la sua posizione con il Fisco. La società caraibica di Mancini era proprietaria un aereo. Lo schermo offshore di Vialli, cittadino britannico ormai da molti anni, è invece servito a gestire una serie di finanziamenti ad attività italiane”.

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