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Otto e Mezzo, la difesa di Mimmo Lucano in tv con l'avvocato: "Non è così". E sbotta con Lilli Gruber

Giada Oricchio
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Mimmo Lucano è stato condannato a 13 anni e 2 mesi per una serie di reati fra cui associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, peculato, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ospite di Lilli Gruber nella trasmissione “Otto e Mezzo” su LA7, l’ex sindaco di Riace, molto provato, ha negato di aver speso soldi pubblici per un viaggio a Buenos Aires e ha difeso il suo operato: “Mi sembra tutto assurdo, la storia vera non è così. Hanno stravolto la realtà".

Si arrabbia anche con la conduttrice quando inizia a parlare la blocca subito e nega di aver mai preso denaro per sé: "No attenzione" esclama, ma la Gruber insiste: "Però ha fatto dichiarazioni false, appalti falsi". "Non è questa la realtà, c'è una descrizione sbagliata che stravolge la realtà", risponde mentre è in collegamento. Quando la conduttrice riprova a domandare allora l'ex sindaco sbotta: "Lei non mi fa parlare, già ho un livello di sofferenza molto alto".

E poi si sfoga: "Se ho preso soldi per me? Anche dagli atti del processo emerge che non ne ho mai presi, lo ha detto anche l’ufficiale della Guardia di Finanza. Penso che ci sia stato un accanimento non verso la mia persona, ma verso l’idea che rappresento di accoglienza dei migranti che per me era anche una rinascita dei luoghi. Rifarei tutto. Io ho dato la mia vita per cercare di dare un contributo alla mia terra”.

In studio, l’avvocatessa e attivista politica Anna Falcone, candidata alle regionali in Calabria a sostengo di Luigi De Magistris, ha ribadito quanto detto a caldo cioè che la condanna di Mimmo Lucano è una pagina nera per tutto il Paese: “Nei Tribunali c’è scritto che la Legge è uguale per tutti e vale per i cittadini e per i sindaci. I magistrati sono chiamati ad applicare la legge, con Lucano è stata una strana applicazione e lo dico da avvocato non da attivista. Con grande difficoltà si riescono a individuare i due elementi costitutivi dei reati, cioè quello oggettivo e quello soggettivo, non sono integrati completamenti i fatti e in molti casi non è integrato l’elemento psicologico. Nei reati contestati uno degli elementi è il vantaggio patrimoniale, diretto o indiretto, che non c’è, quello psicologico del reato associativo non c’è. Il conflitto è anche interno: una sentenza di Cassazione del 2019 si era pronunciata sulle misure cautelari per mimmo Lucano demolendo l’impianto accusatorio. Il gip di Locri e il Tribunale del Riesame sono andati avanti come nulla fosse e così anche il giudice di merito”.

Anna Falcone conclude con un giudizio severo sull’operato dei magistrati: “Ritengo che ci sia stata un’applicazione delle leggi parziale in cui non sono state applicate le attenuanti specifiche e generiche e nemmeno la misura della pena che deve essere commisurata al reato, qui è stata elevata al massimo possibile. Non c’è bisogno di essere avvocati per capire che questa condanna non ha nulla a che fare con ciò che ha fatto Lucano”.

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