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Meno contanti e bancomat, più acquisti online: le nuove spese degli italiani

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In Italia si usa sempre meno contante per i pagamenti. E il trend, con la pandemia, è accelerato dal maggior ricorso all’e-commerce che spinge i pagamenti digitali. L’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di CRIF ha analizzato l’utilizzo dei diversi strumenti di pagamento per gli acquisti e ne emerge «una contrazione del ricorso al contante, con tendenza alla sua ulteriore riduzione: il target dei "cash lovers" registra un calo del -23% rispetto al 2020, con interessanti dinamiche regionali e nei segmenti della popolazione, delineando un quadro della realtà italiana molto articolato e dinamico». E si conferma un’ulteriore evoluzione del mercato verso l’uso di strumenti alternativi al contante e verso un maggiore utilizzo di strumenti innovativi.

 

La crescita dell’e Commerce aumenta l’incidenza delle transazioni online che nei primi 6 mesi del 2021 arrivano a costituire il 22% delle operazioni complessive via carta opzione/rateale. Il numero delle operazioni e gli importi complessivi transati con le carte di debito ha registrato una lieve crescita, mentre si registra un rallentamento delle carte di credito.

Prosegue poi la crescita dell’utilizzo delle carte prepagate con un significativo aumento del numero delle transazioni e del valore delle operazioni. Meno contante e meno bancomat. Si registra una netta riduzione l’approvvigionamento del contante: gli importi complessivamente prelevati si riducono del -17.2%. Cresce il possesso e la presa di consapevolezza della funzionalità contactless della propria carta rispetto al 2020 e la frequenza media di utilizzo mensile è elevata e pari a 3,7.

L’analisi della domanda inoltre mostra una stabilità nella diffusione delle carte di credito a inizio 2021, ma un lieve aumento dei titolari di più carte. Nel 2020 il numero di carte di credito attive in Italia risulta pari a 15,3 milioni con un valore delle transazioni effettuate che si attesta nell’ordine di 75,4 miliardi di euro, dato in netta riduzione rispetto all’anno precedente. È proseguito il trend di leggera diminuzione del valore medio delle transazioni, che si attesta a 65 euro. Negli ultimi 15 anni è stato rilevato un calo del 35% degli importi medi.

L’osservatorio evidenzia che nell’anno passato si è riconfermato l’elevato utilizzo di carte di debito. Nonostante il crollo dei consumi con la crisi pandemica, infatti, il numero delle operazioni delle carte di debito ha registrato una lieve crescita rispetto al 2019 (+1.1%) confermata anche dall’analisi degli importi complessivi delle transazioni che nel 2020 sfiorano i 135 mld di euro. Su queste dinamiche ha avuto un peso significativo il cashback di Stato.

Per quanto riguarda l’analisi del livello di rischiosità del comparto delle carte di credito, si rileva una lieve riduzione del tasso di sofferenza delle carte a saldo e un calo più marcato per quelle rateali. La crisi economica e sanitaria ha poi riacceso l’attenzione sul rischio di credito. Le criticità incontrate dalle imprese e dalle famiglie avrebbero potuto, infatti, generare tensioni sugli indicatori di rischio che invece si sono mantenuti su posizioni contenute grazie all’attivazione delle moratorie pubbliche e private, di sussidi, della cassa integrazione e dei diversi strumenti a sostegno del reddito.

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