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Agorà, De Masi perde la testa. "Poveraccio", guerra sullo smart working con Ruggieri

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"Perché quando si parla di Covid si ascoltano i virologi e quando si parla di lavoro non si ascoltano i sociologi?" Domenico De Masi si accende ad Agorà, il programma di Rai3 condotto da Luisella Costamagna martedì  28 settembre. Sul tavolo il tema dello smart working nel privato ma soprattutto nella pubblica amministrazione, dove tutti gli statali torneranno in ufficio dal 15 ottobre. Con il deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri sono subito scintille.

Il prof dalle idee progressiste non accetta  interruzioni o che vengano messe in discussione le sue tesi. E quando addace dà dal "poveraccio" a Ruggieri che ribatte: "Si scarichi il mio curriculum". 

"Lo smart working non è di destra né di sinistra - dice De Masi - mentre noi parliamo di pubblico le imprese private stanno facendo tutto quello che c’è da fare, riorganizzazione dei layout, analisi di quali lavori sono telelavorabili o meno eccetera". Ma le imprese private hanno agevolazioni che il pubblico non ha" ribatte Ruggieri. I due non si prendono, il sociologo non ci sta: "Lei è ignorante da questo punto di vista, lei non sa nulla. Io lo studio da 40 anni poi arriva un poveraccio....". Il botta e risposta è vorticoso. De Masi si difende all'attacco: "Vuole spiegare a me così un'impresa pubblica e una privata... Dovete imparare a capire che di certi argomenti devono parlare gli esperti". Sul tavolo la transizione digitale della pubblica amministrazione e il lavoro del ministro Renato Brunetta. "Al di là dello schermo ci sono persone che si interfacciano tutti i giorni con il pubblico e quindi il  punto è che, senza demonizzare nessuno, c'è una differenza di agilità negli strumenti che sostengono lo smart working tra pubblico e privato ed è per questo che il ministro Brunetta ha sottoposto varie condizioni". "Brunetta non ha fatto nulla", taglia corto il sociologo. "Abbiamo capito dove il batte il suo cuore", conclude l'azzurro. 

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