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Covid più forte oggi di un anno fa: morti e ricoveri, numeri impietosi

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Dario Martini
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Basterà aver vaccinato il 70% degli italiani con più di 12 anni, e aver esteso l'utilizzo del green pass, a scongiurare un peggioramento della situazione epidemiologica? Non parliamo dell'andamento dei contagi, che sono comunque in crescita, ma della pressione sugli ospedali. Tra poco riapriranno le scuole e le città torneranno a riempirsi. Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, è fiducioso. Proprio ieri ha spiegato che «possiamo nutrire un po' più di ottimismo perché abbiamo i vaccini». Eppure, nonostante siano state somministrate 77 milioni di dosi, la situazione negli ospedali è sicuramente peggiore rispetto a quella di un anno fa. I dati parlano chiaro.

Il 29 agosto del 2020 c'erano 1.168 persone ricoverate per Covid nei reparti ordinari. Oggi, invece, sono 4.133, quindi 2.965 in più, con un incremento del 253%. Il raffronto è ancora peggiore nelle terapie intensive, dove un anno fa erano occupati 79 posti. Oggi, sono 525, ovvero 446 in più (+ 564%). Il sistema ospedaliero non è ancora in affanno, anche se la Sicilia oggi torna gialla. Ma il quadro chiaro. Un anno fa non avevamo i vaccini e non c'era il green pass. E, nonostante i ragazzi avessero ballato per tutta l'estate nelle discoteche, i ricoverati erano pochissimi rispetto ad oggi. Se poi guardiamo il numero dei decessi per Covid, il paragone è ancora più impietoso.

Nei primi 29 giorni di agosto 2020 sono morte 169 persone. Nello stesso periodo di quest' anno sono 1.029, ovvero 860 in più (+ 508,87%), con una media in questo mese di 35 vittime al giorno. E anche alla luce di questi dati che il Cts pare orientato a sostenere l'obbligo vaccinale, come ripete da giorni l'immunologo Sergio Abrignani. Il consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi, è arrivato addirittura a proporre di escludere dal green pass chi ha un tampone negativo. «Bisogna ridurre la circolazione virale e interrompere la catena di contagio comunitaria. Non si devono registrare casi almeno per un certo periodo di tempo», ha detto. Ma è provato che il vaccino non evita il diffondersi dei contagi. Può solo contenerlo. Almeno è ciò che dice l'ultimo rapporto dell'Iss: «All'aumentare della copertura, l'incidenza tende in media a diminuire». Ma non scompare. Nella fascia di popolazione tra 60 e 79 anni, ad esempio, negli ultimi 30 giorni si sono registrati 6.934 casi tra i non vaccinati e 8.454 tra i vaccinati con ciclo completo. Inoltre, non tutta l'Italia è uguale.

Secondo l'Iss, «è necessario evidenziare che i risultati riportati non considerano diversi fattori che potrebbero avere un'influenza sull'effetto della copertura vaccinale sull'incidenza dei contagi, in quanto non sono distribuiti omogeneamente sul territorio italiano, come ad esempio la mobilità dovuta alle vacanze estive. Regioni come la Sicilia e la Sardegna sono caratterizzate da una maggiore affluenza turistica rispetto a Lazio e Lombardia, dove, al contrario, nelle aree metropolitane la popolazione si riduce nei mesi estivi per spostarsi verso luoghi di villeggiatura».

A settembre aumenteranno le occasioni in cui ci si ritrova al chiuso, dai luoghi di lavoro alla scuola, terreno fertile per la trasmissione del virus. La speranza che le armi messe in campo siano sufficienti a scongiurare il ripetersi, anche in piccola parte, di ciò che è accaduto l'anno scorso.

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