Il prof. Vaia

Agorà, il prof. Vaia smentisce il giornalista: “Variante delta più contagiosa? Falso”. I dubbi sul vaccino ai bambini

È un Francesco Vaia straripante quello che ha affrontato il tema del Covid, del vaccino e della scuola nella puntata del 27 luglio di Agorà Estate, programma di Rai3 condotto da Roberto Vicarietti. Il direttore sanitario dell'istituto Spallanzani di Roma ha smontato punto per punto le informazioni del padrone di casa del salotto televisivo mattutino: “Non ci sono due epidemie, una per vaccinati e una per non vaccinati. Il virus non è mai scomparso, non ha mai privilegiato una fascia anagrafica o una sociale. È prepotente e arrogante con i più fragili e debole fino alla morte, mentre è più debole con i più forti, come i giovani. Il virus cerca di sopravvivere nell’ambiente, soprattutto quando l’ambiente lo combatte. E quindi muta e varia. La via italiana di aprile, non quella francese, inglese o israeliana mi è sembrata quella più saggia, quella del buon senso. Ad un certo punto si è parlato di rischio calcolato e non è successo nulla. Oggi invece di guardare il bicchiere mezzo vuoto guardiamolo mezzo pieno. Vaccinandoci non è che non abbiamo nessuna possibilità di infettarci, è tra lo 0 e il 10%, ma questo determina che chi è contagiato quasi sempre è asintomatico o poco sintomatico. Questo è il risultato del vaccino, che ci protegge dalla malattia grave, dall’ospedalizzazione e abbassa la mortalità”.

 

 

Il professore dello Spallanzani è senza pietà anche sulla variante Delta, che in studio definiscono più contagiosa: “Continuiamo a sbagliare, la contagiosità della variante delta non è molto più alta, semplicemente quando ci sono delle varianti è come se fosse un virus diverso, quindi la nostra battaglia è contro un virus che muta e ogni volta diventa diverso. La variante delta non è più contagiosa. Il messaggio deve essere chiaro, dobbiamo vaccinarci tutti”.

 

 

Tra coloro che bisogna vaccinare Vaia inserisce anche i ragazzi, "in particolare i giovani dai 12 anni in su". Ma l’esperto prende una forte posizione sugli under12: “entre dai 12 in sotto ho delle perplessità. Mi preoccupa il rapporto rischio-benefici perché sarebbe tutto orientato sul rischio e poi perché il contagio sotto i 12 anni è statisticamente irrilevante”. “Arriviamo - attacca Vaia sul tema scuola - con mesi di ritardo, forse un anno, per quanto riguarda la scuola in particolare. A distanza di un anno siamo troppo lontani dalle risoluzioni dei problemi considerando che vaccinarsi è tecnicamente indispensabile nelle piccole comunità come la scuola, dove il focolaio eventuale può essere portato da casa o dai trasporti. Stiamo arrivando tardi alle proposte concrete. L'obbligo vaccinale a scuola è assolutamente necessario, perché - conclude il prof. Vaia - tutte le persone che hanno un rapporto con il pubblico devono essere vaccinate”.