rischio nuovi focolai

La furia "no green pass" è solo all’inizio: pronte altre proteste, non si placa il dissenso

Luigi Frasca

Non si placa la furia dei «no pass». Dopo un sabato segnato da manifestazioni in tutta Italia, non immuni purtroppo a momenti di tensione, il popolo dei contestatori del lasciapassare tornerà a farsi sentire nella settimana appena cominciata. A partire già da domani, quando a scendere in piazza sarà l’associazione «IoApro» che si radunerà davanti Montecitorio. Ma l’attesa è concentrata soprattutto verso la manifestazione di mercoledì. A lanciarla è stato il «Comitato libera scelta», che si definisce un «comitato di liberi cittadini, apartitico e apolitico, aperto a chiunque intenda sostenere la piena libertà di scelta in materia sanitaria». La manifestazione consisterà in una fiaccolata a piazza del Popolo nella Capitale: «Chi tace acconsente - sostiene lo slogan dell’evento - Se anche tu sei contrario all’obbligo del green pass, ora è il momento di dimostrarlo». Alla manifestazione prenderanno parte anche diversi rappresentanti del mondo politico, dai leghisti Armando Siri, Alberto Bagnai, Claudio Borghi e Simone Pillon per arrivare ai parlamentari del Gruppo Misto Vittorio Sgarbi e Gianluigi Paragone.

 

 

«È giusto informare correttamente le persone e invitarle a vaccinarsi - dice Simone Pillon all’AdnKronos - ma non si possono costringere le persone a vaccini che sono ancora nella fase sperimentale». Il leghista ricorda poi che «risulta che il comitato di controllo sulla sicurezza vaccinale da covid19 non si riunisca da mesi, se così fosse, ci sarebbe da chiedersi perché...».

 

 

Intanto il governo ha lanciato l’allarme per quelli che potrebbero essere gli effetti delle manifestazioni di sabato scorso e delle future sulla diffusione del virus. Al Viminale suona l’allarme per gli assembramenti non previsti - nessuna delle adunate di sabato era stata autorizzata - e anche per l’ordine pubblico. Anche per questo motivo si sta ribadendo il divieto di assembramento e si sta facendo passare il messaggio che, se il virus dovesse realmente rialzare la testa, l’obbligo vaccinale sarebbe l’unica strada per fermarlo. I manifestanti, insomma, finirebbero per ottenere un effetto contrario rispetto a quello desiderato.