balli nel mirino

Pagano solo le discoteche. Senza riapertura pietra tombale per centomila lavoratori

Benedetto Antonelli

Alla fine sono rimaste fuori solo loro. Tra tutti i locali gli unici che non potranno riaprire. Parliamo delle discoteche. Il green pass, infatti, non riguarderà loro. Nel decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri non sono contemplate tra le attività per cui è necessario il certificato verde. I gestori insorgono: «Così il governo si rende complice delle feste abusive». Anche se il premier assicura: «Avranno dei ristori», grazie ad un fondo ad hoc.

 

 

«Il governo di fatto ha deciso di legalizzare l’abusivismo dilagante che continuiamo a denunciare da mesi, senza essere presi minimamente in considerazione. Si balla ovunque e senza controlli, meno che in discoteca, l’unico luogo dove si potrebbero applicare quei protocolli di sicurezza già avallati a suo tempo dal Cts - dice Maurizio Pasca, presidente di Silb-Fipe, il sindacato italiano dei locali da ballo - Ad oggi la situazione è questa e lo testimoniano tutti i giorni decine di foto e video in tutta Italia. Con i locali ancora chiusi andrà sempre peggio. Si tratta dell’ennesimo schiaffo al nostro comparto, una vera e propria pietra tombale su 3.000 aziende destinate a chiudere e a lasciare in strada 100.000 lavoratori. Voglio sperare, quantomeno, che chi di dovere decida finalmente di stanziare risorse adeguate per le nostre aziende, uniche a restare chiuse per 18 mesi». Il criterio di ripartizione dei ristori, però, è ancora da definire. Anche se è filtrato al termine del Cdm che il fondo ammonterà a 20 milioni di euro, secondo quanto previsto dal decreto Sostegni bis per le attività ancora chiuse, che sarà destinato interamente alle discoteche.

 

 

La riapertura delle discoteche era uno dei cavalli battaglia della Lega che sicuramente continuerà a spendersi per poter invertire la rotta in questo settore. Alla fine il più penalizzato dall’inizio della pandemia. Ad insorgere è Fratelli d’Italia, l’unico partito all’opposizione: «La decisione presa dal governo di non permettere, seppur con la garanzia di ogni misura a tutela della salute, la riapertura delle discoteche rappresenta un vero schiaffo alle migliaia di operatori del settore lasciati ormai da oltre un anno e mezzo senza adeguati sostegni economici ed ammortizzatori sociali. Con questo provvedimento il governo si è dimostrato insensibile alla parte produttiva della Nazione che chiedeva solo di poter tornare a lavorare», commentano i membri della Commissione Attività Produttive della Camera Massimiliano de Toma, Riccardo Zucconi e Salvatore Caiata. Anche la leader del partito, Giorgia Meloni, fa notare che «si continua a far pagare sempre gli stessi, con l’adozione di misure irragionevoli». E aggiunge: «Non mi è chiaro, ma se chiuderle non ha funzionato prima perché dovrebbe funzionare adesso». Il rappresentante dei gestori delle discoteche annuncia una battaglia legale. «Faremo ricorso alla Corte di Giustizia Europea - dice Pasca - Perché Draghi tiene chiuse le discoteche? Hanno riaperto tutti tranne noi, ora basta. Vengano a vedere a Gallipoli quanti giovani fanno feste abusive, senza controlli. Ci stanno facendo impazzire, vogliono distruggere parte dell’economia sana di questo Paese».