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“Parlate d'altro, bambini! sei veramente stupido”. Le intercettazioni che rischiano di inguaiare Ciro Grillo e gli amici

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Ci sono anche le intercettazioni rilevate nella caserma dei carabinieri di Genova tra le fonti di prova allegate al fascicolo che la procura di Tempio Pausania ha usato per richiedere il rinvio a giudizio di Ciro Grillo e dei suoi amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, tutti sotto accusa per presunta violenza sessuale di gruppo. “Io sono agitato perché non so come andrà a finire” le prime parole di Capitta alla madre, che poi si arrabbia appena arrivano gli altri amici in caserma e il figlio fa il gesto delle manette per salutarli: “Non fare lo stupido”.

 

 

 

Le intercettazioni durante la prima convocazione, rivelate dal Corriere della Sera, riguardano ovviamente anche Ciro, figlio di Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle: “In questi giorni non dobbiamo né vederci né frequentarci anche se non abbiamo nulla da nascondere”. La madre, Parvin Tadjik, interviene subito: “Parlate di altro, per esempio dell’università”. E proprio questo voler evitare il discorso sarà valutato dal giudice Caterina Interlandi nell’udienza preliminare del 25 giugno.

 

 

“Sei veramente uno stupido, stai zitto” incalza di nuovo la Tadjik, dopo che Ciro si è rimesso a chiacchierare con gli amici. A quel punto interviene lo zio di Corsiglia che “dice a Ciro di dar retta a sua madre”, evidenziano i carabinieri, “e a quel punto Ciro sembra cambiare tenore della conversazione con gli amici”. Ma nonostante i vari tentativi, il silenzio dura poco, visto che il gruppetto riprende a ridere e scherzare: “Sei - sbotta la madre - un deficiente, non ho parole... siete tre bambini e non capite…”. I ragazzi restano da soli e i carabinieri sottolineano come “Ciro con gesti fa cenno agli altri di smettere di parlare e sempre a gesti fa cenno agli altri di rimanere in silenzio portandosi le mani vicino alle orecchie come a lasciar intendere che potrebbero essere ascoltati”.Vittorio però non ci sta: “Siamo indagati ma sappiamo di essere innocenti, stiamo tranquilli perché noi lo sappiamo di non aver fatto quelle cose lì” e Francesco cerca di zittirlo “Non è né il momento né il posto per parlarne”. 

 

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