Dritto e rovescio

Caso Brusca, Gasparri asfalta l’avvocato. Lite sulla beffa per lo sconto per la scarcerazione

Giorgia Peretti

Lo scarceramento di Giovanni Brusca continua a tenere banco nelle discussioni televisive. Un caso che sta dividendo l’opinione pubblica e che divide anche gli ospiti della puntata di giovedì 3 giugno di Dritto e Rovescio. Il programma di approfondimento sotto la conduzione di Paolo Del Debbio, su Rete4, torna a parlare della libertà dello “scanna cristiani” che ha compiuto più di 150 omicidi e per aver fatto esplodere la bomba che ha ucciso il giudice Giovanni Falcone e la sua scorta. Dopo aver scontato 25 anni di detenzione ora, Brusca sarebbe pronto a ricominciare con una nuova vita. Come si sottolinea in studio ora il collaborato di giustizia avrebbe diritto ad una casa segreta e ad una sorta di stipendio statale, ossia un’indennità di mantenimento, pari a 1.500 euro mensili.

 

 

In collegamento Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, che commenta la vicenda come una sconfitta della giustizia: “È una brutta giustizia noi lo sappiamo che esistono delle leggi premiali, ma di fronte a casi come questo con bambini sciolti nell’acido… C’è un orrore senza limite e che non può determinare la pubblicazione automatica di alcuni benefici di cui Brusca ha usufruito. Ogni anno di detenzione - sottolinea - 3 mesi vengono cancellati. La somma di fattori lo ha portato alla libertà io non ritengo giusto questo modo di comportarsi. Piero Grasso ha detto che lo stato ha vinto tre volte, io invece penso che lo stato abbia perso globalmente.” Poi continua: “Con la sentenza della Corte costituzionale sull’ergastolo ostativo, vuol dire che si potranno dare dei benefici anche a quegli ergastolani che si tratta di persone che hanno commesso reati efferati anche se non hanno collaborato. Siamo andando verso uno scenario ancora peggiore”.

 

 

A pensarla diversamente l’avvocato Giuseppe Pio Torcicollo che invece controbatte così: “In uno stato di diritto i patti si rispettano. La legge che ha previsto questo sconto di pena per i collaboratori di giustizia si è servita di Giovanni Brusca, lui ha comunque contribuito, al di là del suo pentimento soggettivo di cui non ce ne può fregare di meno, è un dato di fatto. Brusca è stato dato un colpo duro alla mafia. Non è vero che ha fatto 3 mesi ogni anno ha fatto un mese all’anno. Perché la legge prevede che in caso di buona condotta ci siano 15 giorni ogni sei mesi. La legge la conosco. Doveva scontare 30 anni ma ne sconta 25 perché per ogni anno ci sono questi trenta giorni”.

Maurizio Gasparri però continua: “Ora prenderà i soldi dallo stato, ora lo dovranno proteggere, è meglio che se ne torna in carcere. Dovrebbe citofonare al carcere dell’Ucciardone che corre meno rischi e costa meno allo Stato. Eppure, lo dobbiamo proteggere e pure pagare non mi pare un grande epilogo”. Ma non finisce qui dopo una breve pausa pubblicitaria il senatore controlla quanto riferito dall’avvocato poco prima e rincara la dose, gelandolo: “Durante il servizio ho controllato quello che ha detto lei, le confermo che per ogni 6 mesi ci sono 45 giorni di sconto, lei ha detto 15, quindi lei è Torcicollo di nome ma è Torcinorma di fatto. Non mi farei difendere da lei che prima ha detto una cosa sbagliata”.