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Scandalo nel Lazio sulle assunzioni nelle Asl. Revocato il concorso, presenza di parenti dei candidati

Antonio Sbraga
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Da «parenti serpenti» non si passerà a parenti-assistenti: dopo le tante polemiche, e l'inchiesta della Guardia di finanza, sulla presunta parentopoli, infatti, l'azienda sanitaria pontina ha deciso ieri di revocare il «Concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura a tempo indeterminato di 70 posti di assistente amministrativo in forma aggregata tra le Asl di Latina (capofila), Frosinone, Viterbo e Roma 3». L'annullamento del concorsone arriva 22 mesi dopo l'indizione del bando da parte dell'Asl perché ha «ritenuto che si configurerebbe una situazione di conflitto di interessi per la presenza presso la sede del concorso il giorno dell'espletamento della prova scritta, di dipendenti della Asl in rapporti di parentela con alcuni candidati». E un «tale conflitto di interessi comporterebbe una violazione degli immanenti principi di imparzialità, trasparenza e par condicio». Questa circostanza, «unitamente al rilievo del procedimento penale in corso, comporta l'opportunità del ritiro e revoca del bando e degli atti del concorso».

 

 

Anche perché sul concorso, precisa l'Asl, «non si è ancora tenuta la prova suppletiva, quindi non vi è stata né l'approvazione della graduatoria, né la nomina dei vincitori». E, conseguentemente, «non si tratta di una revoca, ma di un ritiro degli atti di gara». Una revoca «ad ogni effetto di legge della deliberazione, nonché di tutti gli atti della procedura concorsuale connessi e conseguenti». Però, assicura l'azienda sanitaria pontina, ci sarà subito una «riedizione immediata della procedura concorsuale, integrata con una prova di informatica che consenta l'effettivo accertamento delle competenze in detta materia». Non come il concorsone indetto nel giugno 2019, che ha avuto 2906 partecipanti. I quali, il 28, 29 e 30 dicembre scorsi, avevano partecipato alle prove scritte, presidiate da ben «100 dipendenti della Asl impiegati nelle attività di Supporto e Vigilanza nei locali adibiti alla prova d'esame».

 

 

Un test subito finito nell'occhio del ciclone per via di certi cognomi uguali, sia tra la lista dei candidati che tra quella dei vigilanti. Tant'è che il caso era finito pure per essere formalizzato: nei «verbali della procedura concorsuale viene riportato che, per alcuni dipendenti, addetti all'attività di vigilanza nei giorni delle prove scritte, erano note situazioni di eventuale incompatibilità per parentela o di conflittualità di interesse», ricostruisce la stessa Asl. Mentre il 19 gennaio scorso «è stata acquisita dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Fi nanza di Latina la documentazione relativa alla procedura concorsuale nell'ambito del procedimento penale in corso», annota l'azienda, che aggiunge: «Numerosi articoli giornalistici riferiscono dell'inchiesta della magistratura, sostenendo che vi sono "dubbi" sulla meritevolezza del punteggio ottenuto nella prova scritta dai candidati in rapporto di parentela con alcuni dipendenti della Asl di Latina». Inducendo il direttore della Direzione Salute della Regione a chiedere all'Asl di «fornire una puntuale relazione, di sospendere il concorso fino a successiva diversa determinazione regionale, fermo ogni diverso provvedimento di autoannullamento da parte dell'azienda ritenuto opportuno in esito a valutazione interna».

 

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