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Piazzapulita, l'intervista a Mario Calabresi sugli ex terroristi rossi arrestati: "No carcere, serve verità"

Giorgia Peretti
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Mario Calabresi è l’ospite d’onore nella puntata di giovedì 29 aprile di Piazzapulita, il programma di approfondimento politico sotto la conduzione di Corrado Formigli su La 7. Il giornalista, ex direttore di Repubblica, torna a parlare della tragica vicenda del padre, il commissario Luigi Calabresi, ucciso per mano delle brigate rosse. Il tema in apertura della trasmissione è la notizia dell’arresto in Francia di 10 ex terroristi condannati in Italia e che da anni era rifugiati in Francia. Tra gli arrestati c'è anche Giorgio Pietrostefani, condannato come mandante dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi.

Che sensazione hai provato alla notizia dell’arresto? – chiede Formigli. "Ieri, sono rimasto spiazzato, da 22 anni era latitante in Francia. Non pensavo sarebbe successo davvero, è l'aspetto simbolico la cosa più importante. Ne ho parlato con mia madre con i miei fratelli, a noi l'idea che un uomo di 78 anni, trapiantato di fegato, molto malato che è l'ombra dell'uomo che era passi i suoi ultimi anni in carcere l'idea non ci dà soddisfazione, gioia o senso di rivalsa” risponde il giornalista. Poi continua: "Son passati troppi anni – sospira- da questo punto di vista gli anni contano. Venti anni fa me lo ricordo con gli occhiali da sole, non ha mai detto una parola ai processi. Un uomo faticoso, anche da guardare in un'aula di tribunale e quando scappò sembrò una beffa. I processi, forse qualcuno non se lo ricorda, sono stati nove".

Dopo anni di peripezie burocratiche e il susseguirsi dei vari gradi di giudizio, Calabresi ha raccontato cosa disse il fratello Paolo durante l'ultimo processo a Mestre: "Mamma guarda Pietrostefani, non lo rivedrai più. Perché fuggirà in Francia". Poi Formigli sottolinea le carenze nella gestione della vicenda tra Stati. Forse non è stato chiesto con forza? "Sì, forse si poteva chiedere con maggiore forza ma probabilmente non ce lo avrebbero dato, non sarebbe stato estradato. C'era una condivisione con la Francia su questo punto” -continua rassegnato il giornalista.

 

Infine, Calabresi lancia un monito agli ex terroristi rossi: “Visto che hanno avuto un’impunità, non hanno mai pagato per quello che hanno fatto. Potrebbero darci un pezzo di verità, potrebbero fornire il racconto di quegli anni. Conoscono pezzi del puzzle che sono ancora in ombra, ci diano la verità. Potrebbe servire anche allo Stato” conclude Calabresi. 

 

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