scandalo oms

Report Oms, cosa scriveva Guerra a Zambon. La email che mette all'angolo Speranza

"Ci sono già segni di turbolenze istituzionali da parte italiana e risentimenti inutili per la procedura che si è deciso di seguire e la mancanza di informazioni e di preventiva consultazione, più che sul contenuto stesso, che verrà rivisto dal MIH", acronimo inglese usato per il ministero della Salute, "apparentemente preso di sorpresa". Lo scrisse il direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra, in una mail inviata al ricercatore Francesco Zambon, autore del report sulla gestione italiana del Covid che venne pubblicato sul sito dell’Oms il 13 maggio e ritirato il giorno successivo. La mail è delle 9,31 del 14 maggio ed è agli atti dell’inchiesta della Procura di Bergamo.

 

Nello studio di Non è l'Arena, la trasmissione di Massimo Giletti su La7, domenica 18 aprile, tornano sotto la lente le email che descrivono le pressioni sul ricercatore veneziano e l'imbarazzo delle autorità italiane per il contenuto del dossier che descriveva la realtà della risposta italiana alla pandemia in modo "narrativo", spiega Zambon, "senza fornire valutazioni" perché in ogni caso sarebbero state premature in piena emergenza. 

"Il rapporto ritirato alle 12.46, poco dopo mi è stata tolta la possibilità di tornare online", ha detto sulla censura del documento, poi tornato online con le "correzioni", tra i ricercatori dell’Oms, Zambon oggi dimissionario dopo lo scandalo del piano pandemico italiano.

 

Un dossier realizzato da un'ente indipendente che teoricamente non avrebbe dovuto in nessun modo coinvolgere nella stesura il Paese coinvolto. Eppure...  "Questo rapporto era indirizzato ad altri paesi fuori dell’Italia, alcuni elementi inclusi tuttavia avrebbero dato delle indicazioni per la seconda ondata", ha detto ancora Zambon che ha raccontato lo scandalo che lo ha portato alla ribalta come simbolo di correttezza e indipendenza in un libro, "Il pesce piccolo", presto in libreria per Feltrinelli.

In studio si sono riviste le chat tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro: “Sono stato brutale con gli scemi del documento di Venezia (Zambon, ndr). Ho mandato scuse profonde al ministro […]. Alla fine sono andato su Tedros (Direttore Generale dell’OMS, ndr) e ho fatto ritirare il documento […] Spero di far cadere un paio di incorreggibili teste”. “Una se n’è andata da sola, per dignità. Ovvero Francesco Zambon” sottolinea Giletti. Che poi mostra un’altra chat di Guerra a Brusaferro: “[…] Dovremmo anche vedere cosa fare coi miei scemi di Venezia. Come sai ho fatto ritirare quel maledetto rapporto. Ma è stato fatto un lavoro che riletto, emendato e digerito potrebbe avere un senso”. E Brusaferro risponde “Su testo OMS Ginevra sono anche d’accordo di rivederlo assieme…”.

Due uomini legati al ministro della Salute Roberto Speranza che ancora oggi non risponde alle domande che risuonano da mesi nello studio di Non è l'Arena.