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Tre giorni di Pasqua in mini lockdown. Da martedì il Lazio torna in zona arancione

Antonio Sbraga
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Resurrezione arancione per il Lazio, che da martedì tornerà nel colore di rischio intermedio, lasciato da oggi fino a Pasquetta. Così ha deciso il Ministero della Salute dopo l'ultimo monitoraggio settimanale che ha registrato un indice di contagio Rt a 0,98. Nella settimana analizzata si sono contati 11907 casi positivi nella Regione che, secondo gli analisti, ha «una valutazione di impatto alta ed una classificazione del rischio moderata ad alta probabilità di progressione». Mentre «l'incidenza è a 207 casi per 100 mila abitanti», dice l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, che raccomanda prudenza: «per le festività di Pasqua nessuna concessione al virus, mantenere alta l'attenzione».

 

 

Anche perché la pressione nei 48 Pronto soccorso laziali continua ad essere altissima: alle ore 12 di ieri si contavano «648 pazienti in attesa di ricovero o trasferimento», scesi a 533 sei ore dopo. E, anche ieri, la situazione peggiore era al Pertini, con ben 73 pazienti in cerca di un letto sui 90 in trattamento nel Ps. Proprio l'ospedale di via Monti Tiburtini risulta in ritardo con il maggior numero di letti da attivare (61) entro oggi, secondo l'aut-aut intimato mercoledì dalla Regione a tutte le aziende sanitarie. Da oltre 2 settimane, infatti, tardano nella messa a disposizione di ben 674 posti letto, previsti dalla «fase di attivazione per lo scenario di rischio 4, come già indicato nella nota del 12 marzo 2021». Perché i posti letto attualmente riservati ai pazienti- Covid sono complessivamente 3651 e da 20 giorni la Regione chiede alle aziende sanitarie di preparare il passaggio ad un totale di 4325 posti letto-Covid. Ora i degenti sono 3068, con un tasso d'occupazione al 47%, 4 punti in più della media nazionale e 7 oltre la soglia critica fissata dal Ministero della Salute (10 in più, invece, per le Terapie intensive, che con i 24 ricoveri effettuati ieri, sono arrivate a 376 degenti-Covid, pari ad un tasso d'occupazione del 40%).

 

 

Entro oggi «devono completare l'attivazione dei posti letto previsti nelle seguenti strutture: Ospedali Santo Spirito (38 posti letto ancora da attivare, ndr), San Filippo Neri (23), Sant'Eugenio (47), Pertini (61), San Giovanni Addolorata (24), San Camillo-Forlanini (35), Umberto (39), Sant'Andrea (33), Tor Vergata (40) e Spallanzani (14 di Terapia intensiva)». Però giovedì 8 sindacati medici hanno scritto all'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, per chiedere «di voler sospendere per almeno 72 ore il provvedimento in questione, che impone ai soli principali Ospedali pubblici di "completare l'attivazione dei posti letto previsti", indicando altresì "la sospensione delle attività chirurgiche in elezione" e la gestione delle liste d'attesa nell'ambito delle Strutture Sanitarie "anche private accreditate"». Ma Anaao, Anpo-Ascoti-Fials, Cgil, Cimo, Cisl, Fimmg, Sumai e Uil finora non hanno ricevuto «nessuna risposta» dalla Regione. Dove ieri è rientrato allarme sul paventato taglio delle dosi AstraZeneca, arrivate nel pomeriggio, ma prosegue la polemica con i medici di famiglia del sindacato Fimmg, che chiedono più vaccini: «su 100881 dosi ordinate - ribatte l'unità di crisi regionale - 62812 dosi già consegnate e 53670 somministrazioni già eseguite».

 

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