
Ha il cognome da boss mafioso, Cosenza allontana il baby calciatore Pietro Santapaola

Non sarebbe gradito a causa del suo cognome. È la vicenda che riguarda un giovane 18enne, raccontata dall’avvocato siciliano Salvatore Silvestro, che annuncia di aver già interessato la giustizia civile e sportiva. Al centro della storia c’è Pietro Santapaola, pronipote di un noto boss del catanese conosciuto come "Nitto". Anche il padre sarebbe legato ad ambienti criminali. Pietro a gennaio è stato acquistato dal Cosenza Calcio, che milita in Serie B, come attaccante. Ma adesso sarebbe stato allontanato senza spiegazioni.
Il suo legale, per questo, parla di «cognome ingombrante»: sarebbe questa la sola colpa del giovane. Che per la vicenda ora vive un periodo di forte sconforto, visto che si ritiene trattato ingiustamente. Il Cosenza Calcio lo ha rilevato a gennaio dal Messina, inserendolo nella sua formazione Primavera. Ma in questi ultimi giorni è stato avvisato da un dirigente della società della decisione del club di volerlo sospendere. Alle sue richieste di chiarimenti non sarebbe arrivata nessuna risposta. Una denuncia, dice il legale, è stata già presentata ai carabinieri, alla Procura di Cosenza, alla Figc, alla Procura federale e alla Lega di serie B. La società sportiva del Cosenza Calcio per il momento non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull’accaduto.
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