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Rocco Casalino a Piazzapulita: "No caro?" La rivincita di Formigli, come massacra l'ex portavoce

Giada Oricchio
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“No, caro”. Così Corrado Formigli, giornalista e conduttore di “Piazza Pulita”, il programma su LA7, giovedì 25 febbraio, ricorda a Rocco Casalino, come gli rispondeva da portavoce del premier Giuseppe Conte e il tour televisivo per il libro si trasforma in un’intervista da manuale.

Rocco Casalino ha scritto un’autobiografia “Il portavoce” ed è in pellegrinaggio catodico per la promozione. E’ andato ovunque, perfino laddove non mandava i rappresentanti del M5S per ripicca a una serie di scoop che imbarazzavano il Movimento: “Piazza Pulita”, l’approfondimento politico di Corrado Formigli. Rispediva al mittente le richieste con un garbato ma inappellabile “no, caro”: lo ha confessato il conduttore ieri sera durante l’intervista in cui ha messo alle corde Casalino. Formigli parte con “mai con il partito di Bibbiano cioè il Pd e adesso siete tutti insieme, una bella conversione” e il portavoce: “E’ una situazione particolare, le basi sono le stesse. Abbiamo aperto in due il Parlamento come una scatoletta di tonno e con il tempo vi renderete conto di quanto influirà sulla politica”.

 

 

L’affermazione trova il primo ostacolo: “Non importa che i parlamentari siano la metà o il doppio se sono scelti male e sono incompetenti, il problema è questo, non iniziamo a raccontarci le balle sul risparmiare 50 milioni di euro. Non è una grande rivoluzione, la rivoluzione è la competenza non quella dei numeri” ribatte Formigli. Casalino annaspa e la butta sul valore della competenza in contrasto con la democrazia: “Oltre al governo dei migliori, vuoi anche il parlamento dei migliori?” e il giornalista lo incalza: “Proprio non ti piace il governo dei migliori! Però il governo dei competenti si può fare. Draghi è meglio di Conte?”.

Il portavoce si rifugia in un “è un ottimo banchiere ma questo non comporta un automatismo. Io sono ingegnere però sono più bravo come comunicatore. Conte ha gestito una situazione di eccezionalità, ha ottenuto 209 miliardi dalla U.E., si è creato una credibilità internazionale superiore a quella di Renzi e Berlusconi”. Il conduttore sorride e graffia: “Sei in veste di adoratore! Lo sai che Draghi ha un gradimento del 65%? La percentuale non è importante? Beh quando si trattava di Conte sbandieravi questi dati”. Il faccia a faccia si fa serrato: Formigli svela il retroscena del messaggio “no, caro” e gli chiede perché non mandasse gli ospiti, Casalino risponde sornione: “Decidevo in base agli ascolti, se avessi fatto 10 milioni di telespettatori te li avrei mandati tutte le settimane, in base al giorno e all’utilità del programma”, “Beh consigliavi ai tuoi di andare nei programmi tosti e non mi pare che hai applicato questo parametro con noi” chiosa il giornalista. Dopo avergli ricordato lo scoop del 2012 in cui l’allora militante Favia sosteneva a microfoni spenti che “Casaleggio prende per il cu*o tutti, da noi la democrazia non esiste”,

Casalino avvampa e si lascia sfuggire: “Ti stai levando tutti i sassolini dalle scarpe. Però Favia fece una descrizione di Casaleggio non rispondente alla realtà” e Formigli non gli dà scampo: quelle rivelazioni furono il crollo del mito dell’uno vale uno, le domande sul blog vengano poste come si vuole, compresa quella sul sì al governo Draghi (“la domanda faceva ridere e portava in una certa direzione, non prendiamoci in giro”) e il rapporto tra Davide Casaleggio - figlio di Gianroberto - e il M5S è più che scricchiolante: “Era chiaramente contrario al Governo Draghi, c’è stata una divergenza politica fortissima”. Casalino, messo alla corde, parla di “forzature giornalistiche”.  

Nuovo video e nuovo scontro: Davos 23 gennaio 2019. Le telecamere di Piazza Pulita catturarono un colloquio privato tra Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel in cui l’allora premier sosteneva che Salvini era contro tutti, ma che lui era così forte da poter mettere a tacere i litigi tra il leader della Lega e Di Maio. Casalino, visibilmente imbarazzato, fa il mea culpa: “Fui io a dire al tuo giornalista di venire, non si sono resi conto che erano ripresi” e Formigli lo cuoce a fuoco lento: “Questo è il succo della tua comunicazione, lo hai chiamato per la foto opportunity, per dire quanto è importante Conte, ma poi il giornalista è curioso e vuole andare oltre”.

Gli animi si infiammano quando Rocco Casalino fa l’agiografia di Conte sulla bravura nell’ottenere i 209 miliardi dall’Europa per la pandemia: Formigli gli fa notare che le risorse sono state stanziate anche perché l’Italia era il paese più colpito dal Covid-19, aveva il numero di morti più alto di tutti e il danno di PIL maggiore: “Non stiamo a cantarcela e suonarcela, ci sono stati degli errori. Pensiamo alla seconda ondata, non alla prima, siamo stati presi con una tranvata fortissima perché non abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, compresi i tracciamenti, i tamponi e le assunzioni dei medici. Sulla prima siamo stati eroici perché siamo stati i primi, sulla seconda diciamo in ritardo. Gli italiani non avrebbero accettato il lockedown in estate? La verità è che dovevamo fare delle infrastrutture per i tracciamenti e non le abbiamo fatte”.

Formigli non gli dà tregua e lo mette di nuovo a disagio ricordandogli il 17 settembre 2018: Luigi Di Maio che esultava dal balcone di Palazzo Chigi per l’approvazione del Reddito di cittadinanza (misura di un partito politico da una sede istituzionale) con la relativa dichiarazione “Abbiamo abolito la povertà”. Casalino assottiglia le labbra, stiracchia un sorriso e ammette: “Sì, gliela suggerì io la frase, fu un errore mio, un errore comunicativo” e Formigli: “Oggi Di Maio ha riconosciuto ‘dissi una ca**ata’. Rocco, anche nelle migliori delle prospettive, non si può dire che avete abolito la povertà, forse eravate ubriachi di successo”.

L’ultima dichiarazione è sul futuro di Giuseppe Conte: “Draghi ha un consenso alto, ma il governo no, anzi, ci si aspettava di più, gli italiani volevano un governo dei migliori e non lo ritengono tale. Noi dobbiamo recuperare l’8%, ho dei sondaggi che danno Conte con il M5S al 20-25%, se poi Conte cambia il Movimento, cioè che gli fa fare un upgrade, lo rende qualcosa di diverso, anche il 28-30%, dipende da come fai la domanda”. E non si accorge che ha appena dato ragione a Formigli che sosteneva che il quesito su Draghi fosse stato posto in modo da indirizzare il sì. Infine spunta il tweet di Nicola Zingaretti in difesa di Barbara D’Urso alla quale chiudono la trasmissione per bassi ascolti e Corrado Formigli punge ancora: “Tu lo avresti fatto quel tweet? Tu li hai mandati tutti dalla D’Urso, Di Maio, Di Battista, da noi no, mai, da lei sì, tutti…” e Casalino: “Conte non è mai andato”. Non è vero: l’allora premier si collegò con “Live – non è la D’Urso” il 23 febbraio 2020 per parlare dell’inizio dell’emergenza con tanto di stoccata a Matteo Salvini: “Ho provato a mettermi in contatto, ma non ho ricevuto risposta, non mi sorprende, ci ho lavorato 15 mesi e so com’è fatto”.

 

 

 

Formigli non gli dà tregua e lo mette di nuovo a disagio ricordandogli il 17 settembre 2018: Luigi Di Maio che esultava dal balcone di Palazzo Chigi per l’approvazione del Reddito di cittadinanza (misura di un partito politico da una sede istituzionale) con la relativa dichiarazione “Abbiamo abolito la povertà”. Casalino assottiglia le labbra, stiracchia un sorriso e ammette: “Sì, gliela suggerì io la frase, fu un errore mio, un errore comunicativo” e Formigli: “Oggi Di Maio ha riconosciuto ‘dissi una ca**ata’. Rocco, anche nelle migliori delle prospettive, non si può dire che avete abolito la povertà, forse eravate ubriachi di successo”.

L’ultima dichiarazione è sul futuro di Giuseppe Conte: “Draghi ha un consenso alto, ma il governo no, anzi, ci si aspettava di più, gli italiani volevano un governo dei migliori e non lo ritengono tale. Noi dobbiamo recuperare l’8%, ho dei sondaggi che danno Conte con il M5S al 20-25%, se poi Conte cambia il Movimento, cioè che gli fa fare un upgrade, lo rende qualcosa di diverso, anche il 28-30%, dipende da come fai la domanda”. E non si accorge che ha appena dato ragione a Formigli che sosteneva che il quesito su Draghi fosse stato posto in modo da indirizzare il sì. Infine spunta il tweet di Nicola Zingaretti in difesa di Barbara D’Urso alla quale chiudono la trasmissione per bassi ascolti e Corrado Formigli punge ancora: “Tu lo avresti fatto quel tweet? Tu li hai mandati tutti dalla D’Urso, Di Maio, Di Battista, da noi no, mai, da lei sì, tutti…” e Casalino: “Conte non è mai andato”. Non è vero: l’allora premier si collegò con “Live – non è la D’Urso” il 23 febbraio 2020 per parlare dell’inizio dell’emergenza con tanto di stoccata a Matteo Salvini: “Ho provato a mettermi in contatto, ma non ho ricevuto risposta, non mi sorprende, ci ho lavorato 15 mesi e so com’è fatto”.

 

 

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