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Piazza Pulita, qual è la verità su anticorpi monoclonali e vaccini. Parla l'immunologo Mantovani

Giada Oricchio
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L’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico IRCCS Humanitas, in collegamento con “Piazza Pulita”, giovedì 4 febbraio, ha affrontato il tema spinoso degli anticorpi monoclonali: L'Aifa li ha approvati, ci torneranno utili più avanti". E il viceministro Pierpaolo Sileri: "Sono mesi che parlo di questi anticorpi".

Lo scienziato Mantovani ha risposto con estremo rigore e prudenza alle domande di Corrado Formigli sulla situazione pandemica e la campagna vaccinale per il Covid-19: “Ho notato la sofferenza nascosta dietro le parole del presidente Mattarella. Se devo sbilanciarmi su qualcosa, la mia preoccupazione è che le scuole stiano aperte perché chiuse compromettono il futuro del Paese e l’eguaglianza sociale, lì vale la pena prendersi un rischio perché tenerle chiuse farà pagare un grande prezzo alle nuove generazioni. La prima parte della campagna vaccinale è stata facile perché lo distribuivamo dentro le strutture sanitarie, adesso viene il difficile, dobbiamo inoculare le fiale, anche quelle di informazione”.

Sui vaccini AstraZeneca e Sputnik contro il Coronavirus si dice fiducioso grazie ai dati, il primo ha dato buoni risultati anche su persone di età avanzata (in Italia l’indicazione è preferibilmente al di sotto dei 65 anni): “I dati di risposta immunitaria sono buoni fino a sei mesi anche nelle persone di età avanzata e lo sappiamo da novembre scorso. Le note di cautela riguardano la protezione perché ci sono meno soggetti di età avanzata rientrati nelle sperimentazioni cliniche. Penso che i dati arriveranno e sono ottimista che saranno positivi. Se a mia moglie venisse offerto il vaccino di AstraZeneca le consiglierei di farlo tranquillamente”, mentre sul secondo ha messo l’accento sulla bontà delle pubblicazioni: “Sono estremamente contento che i dati siano buoni. Sono stati riportati su Lancet, rivista britannica, sono trasparenti e mi auguro che l’Ema li guardi e che vengano certificati i siti di produzione”.

Ma il tema più scottante era il ritardo con cui l’Italia ha approvato l’utilizzo degli anticorpi monoclonali (usati mesi fa per curare Donald Trump), una tecnologia che un’azienda di Latina distribuisce in tutto il mondo tranne sul territorio nazionale. Corrado Formigli si è chiesto chi li abbia bloccati per mesi e perché ci sono stati questi errori considerando che “si potevano sperimentare già a novembre e invece non arriveranno prima di maggio, è un ritardo tutto italiano, inaccettabile con 400 morti al giorno”.

Di recente l’Aifa ha dato il via alla sperimentazione grazie alla linea favorevole del neo presidente Palù in opposizione a quella del direttore generale Magrini. Gli anticorpi monoclonali anche definiti neutralizzanti sono risultati molto efficaci nella cura di malattie autoimmunitarie e di alcuni tumori. L’immunologo Mantovani ha cercato di non alimentare speculazioni: “Penso che sia sempre utile entrare nelle sperimentazioni, non so se abbiamo perso tempo, gli anticorpi monoclonali sono risultati efficaci su malattie immunitarie e tumori, ma dobbiamo ricordare che ci sono stati dei fallimenti in fase avanzata. Io prenderei il lieto fine: sono stati approvati e ricordo che vanni usati in una finestra ben precisa della malattia, nella prima fase, altrimenti succedono pasticci. Inoltre ci sono dati incoraggianti di combinazione con citochine e monoclonali, forse ci torneranno utili nei prossimi mesi” e sulle varianti: “Sono preoccupano e sarebbe sciocco non esserlo. Ci sono 4 varianti, ma probabilmente sono di più. Al momento c’è la variante inglese e siamo tranquilli perché i vaccini ci proteggono, siamo più preoccupati per quella nata in Amazzonia a Manaus e quella sudafricana. E’ possibile che i vaccini che abbiamo ci diano protezione, almeno parziale, ci sono dati che lo suggeriscono. Dobbiamo accompagnare i vaccini con la ricerca, dobbiamo sapere chi è il nemico che abbiamo in casa e se è visto dalle nostre difese immunitarie, è stato annunciato che finalmente parte un progetto nazionale, lo avrei voluto un anno fa, ma questo è motivo di ottimismo”.

 

Il professore ha confermato che non si potrà abbandonare l’uso della mascherina ancora per molti mesi: “Dovremo continuare a utilizzarla perché in una quota di persone il vaccino non funziona e perché non sappiamo quanto durerà la nostra protezione di vaccinati, il mio augurio è un Natale 2021 con meno mascherine”. Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri ha aggiunto: “Ne parlai per primo a maggio scorso degli anticorpi monoclonali. Abbiamo recuperato oggi con l’autorizzazione dell’Aifa”.

 

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