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A Domenico Arcuri non basta più fare il commissario: ora debutta pure nel cinema

Andrea Giacobino
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A Domenico Arcuri non basta essere il supercommissario del Covid-19 perché adesso nella sua veste di amministratore delegato di Invitalia ha deciso di investire anche nel cinema. Qualche giorno fa, infatti, Domenico Procacci ha avviato la riorganizzazione e il rafforzamento, anche grazie a capitali pubblici, della sua casa di produzione cinematografica Fandango, che ha appena festeggiato i 31 anni di vita e che ha chiuso il 2019 con ricavi per 31 milioni di euro. La società ha tenuto infatti un’assemblea straordinaria presieduta dallo stesso Procacci per varare prima un aumento di capitale da 2 milioni a 2,78 milioni mediante emissione di nuovi titoli per 780mila euro e poi l’emissione di un prestito obbligazionario del controvalore di 2,34 milioni che sarà riservato alla sottoscrizione da parte di Invitalia attraverso il Fondo Patrimonio Pmi.

L’ingresso dello stato in Fandango, sia pur come obbligazionista, è stato consentito dal Decreto Rilancio varato dal governo a sostegno delle pmi colpite dalla pandemia. L’aumento di capitale è stato invece sottoscritto dai soci, Procacci con circa il 60%, il fratello Paolo con l’8,6% e Laura Paolucci col 3,2%. Il restante 19% circa era della controllata Fandango Tv che Procacci quasi contestualmente ha deciso di fondere per incorporazione nella controllante.

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