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Claudio Brachino: se non riaprono le scuole il governo rischia grosso

Giovanni Terzi
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C’è una frase di Indro Montanelli che più di tutte delimita il confine tra imparzialità e onestà intellettuale “Non ho potuto sempre dire tutto quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo” . E’ difficile, credo impossibile, per un uomo (e quindi per un giornalista ) essere imparziale: ognuno ha la propria storia, il proprio vissuto e le proprie passioni. E’ però indispensabile che un giornalista sia intellettualmente onesto e quindi in grado di mettere in guardia il lettore rispetto alla sua parzialità: “L’imparzialità è un sogno, la probità è un dovere” così diceva Gaetano Salvemini .

Claudio Brachino e’ un giornalista intellettualmente onesto; non reprime le sue passioni, non usa seconde letture e ti mette sempre a conoscenza della sua autentica posizione culturale. “Chi non ha il senso del maestro non ha il senso della vita “ mi inizia a raccontare Claudio Brachino “ed io, in fondo sono stato un uomo fortunato perché ho potuto fare il mio mestiere al fianco di grandi professionisti e maestri “
 
Mi cita qualche suo maestro di vita ?
“Il primo fu Eduardo De Filippo con il quale ebbi la fortuna di collaborare nella stesura di un testo teatrale. De Filippo diceva a tutti 'Andate nei Tribunali' anticipando il format televisivo di 'un giorno in Pretura' e valorizzando il significato profondo, dal punto di vista giornalistico, di un luogo come le aule di giustizia capaci di rappresentare quella commedia umana che altro non è che la vita reale”
 
Cosa fece esattamente con Eduardo De Filippo ?
“Pubblicai nel 1982, con lo pseudonimo di Claudio Brachini , la commedia <mettiti al passo> e mi creda avere la stima del grande maestro fu molto importante per me”
 
Altri maestri ?
“Oggi tutti lo hanno etichettato come il male assoluto ma Emilio Fede e’ stato un grandissimo giornalista ed un uomo che ha saputo insegnare a centinaia di giovani l’arte di come costruire televisivamente un pezzo per il telegiornale. Tra i tanti colleghi posso dire che ho lavorato bene sia con Paolo Liguori che con Mario Giordano”
 
Riguardo il suo editore ?
“Posso dire che ho avuto la fortuna di conoscere, trentadue anni fa, delle persone ed un editore che hanno scommesso su un giovane giornalista come me, figlio di ferrovieri. Sono stato assunto nel 1988 da Adriano Galliani, e non posso che essere grato a Berlusconi, Letta e Confalonieri per la fiducia che hanno avuto in me “
 
Tutte queste riflessioni le ha fatte durante il lock down?
“Incredibilmente la chiusura consensuale di un rapporto di lavoro dopo più di trent’anni e’ avvenuta nel momento del confinamento per la pandemia ed ho quindi avuto il tempo per riflettere, fare i conti con la mia coscienza, stare in famiglia e scegliere gli amici con cui sentirmi; per me sono stati anni molto complicati “
 
Per quale motivo sono stati anni complicati ?
“Le dico solo una cosa: in un anno ho perso sia mia madre che mio padre. Anche questo lutto ho voluto elaborare durante questi mesi”
 
Ha detto “confinamento” ?
“La traduzione di lock down e’ confinamento, forse e’ più cruda dirla in italiano ma è ciò che abbiamo vissuto: in fondo dei conti siamo stati reclusi e abbiamo perso la libertà “
 
Oltre a riflettere cosa ha fatto in questi mesi ?
“Ho studiato il linguaggio del web cercando di comprenderne meglio le dinamiche ed ho scritto un libro, un saggio , sulle disuguaglianze che uscirà in autunno dal titolo <avere o non avere> con la casa editrice Rubettino”
 
E del Covid cosa pensa ?
“Come tutte le malattie e’ apparentemente democratico ma alla fine ha ampliato le diseguaglianze nel nostro sistema di vita e questo lo dico da osservatore attento della realtà “
 
Nella sua carriera quale è stato il momento della svolta professionale ?
“Sicuramente la Guerra del golfo nel 1991. Quel momento, per il mondo della comunicazione televisiva internazionale fu una vera e propria rivoluzione”
 
Mi racconti ...
“Prima di tutto ci fu la copertura via satellite, cosa fino a quel momento inutilizzato . Inoltre i mezzi di comunicazione hanno avuto anche l'accesso alle innovazioni militari così che si poteva vedere in diretta le immagini ottenute da "armi ad alta tecnologia in quanto dotate di telecamera diretta contro obiettivi iracheni"
 
Ed in Italia ?
“Tutto parti’ da Emilio Fede che venne interrotto durante il telegiornale di 'Studio Aperto' da Silvia Kramer”
 
Il famoso “Pronto! Pronto! Hanno attaccato! Dunque da Baghdad c’è il corrispondente della CNN su canale 7 che dice che il cielo di Baghdad e’ pieno di aerei americani e di fiamme di fuoco !” della Kramer in televisione ?
“Esattamente quello fu storicamente un passaggio televisivo storico indimenticabile ed io ne fui un giovane protagonista.
Era iniziata una nuova televisione di informazione “
 
Informazione e politica sono due cardini dei telegiornali . Che rapporto ha con la politica ?
“Ho sempre avuto un grande interesse per la politica . Mio papà era un ferroviere e a Viterbo seguivo spesso con lui le riunioni sindacali. Esisteva all’epoca un antagonismo forte tra DC e PCI; soprattutto nei centri più piccoli . La parodia Peppone e Don Camillo e’ rappresentativa di un periodo storico. “
 
 Cosa pensa della politica di oggi ?
“Se tornasse sulla terra il marziano di Flaiano faremmo fatica a spiegargli la situazione , uno stesso partito in due anni si allea con la destra e con la sinistra , facendo tornare al potere un partito , il Pd, che aveva perso le elezioni . Io penso che la democrazia sia un ‘altra cosa , che un governo sia l’espressione di una visione del mondo che gli hanno affidato la maggioranza dei cittadini . Detto questo Conte è stato una rivelazione , un allenatore migliore della sua squadra . Le altre personalità sono all’opposizione , mi piace Salvini che ha ancora un patrimonio di popolarità da spendere e cresce la Meloni . Per quanto riguarda gli Italiani credo siano nei guai . E se non riaprono le scuole , cade il Governo . “
 
E cosa si doveva fare secondo lei ?
“Dovevamo tornare a maggio per essere pronti a settembre “

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