memoria difensiva

Open Arms, le carte che assolvono Salvini. La verità dalle comunicazioni tra Spagna e Malta

Sul caso Open Arms il governo e nella fattispecie l'allora ministro dell'Interno hanno operato nell'interesse dell'Italia. E l'offerta di un porto sicuro, alla nave carica di migranti, doveva arrivare dalla Spagna o da Malta: ad ammetterlo gli stessi Paesi coinvolti. Matteo Salvini ha depositato la memoria difensiva in vista del voto parlamentare di domani, giovedì 30 luglio, sulla richiesta di processo  al leader della Lega per il caso Open Arms, la nave della Ong spagnola bloccata in mare lo scorso agosto, con oltre 150 migranti a bordo. I senatori, dopo il voto contrario della Giunta per le autorizzazioni, si dovranno esprimere a maggioranza sull'ex ministro dell'Interno leghista, su cui pendono le accuse di "sequestro di persona plurimo aggravato e rifiuto di atti d'ufficio". 

 

"Da un attento esame dei fatti accaduti non può ritenersi sussistere nessuna violazione di norme penali in quanto la condotta che mi viene contestata è insussistente e comunque essa altro non è che un'automatica conseguenza delle scelte politiche effettuate dall'intera compagine governativa nel perseguimento dell'interesse pubblico a un corretto controllo e a una corretta gestione dei flussi migratori nonché a una piena tutela dell'ordine pubblico e, più in generale, un doveroso atteggiamento di salvaguardia delle prerogative costituzionali dello Stato italiano sulla scorta delle relazioni internazionali e del diritto internazionale in condizione di parità con gli altri Stati", scrive Matteo Salvini nella memoria. 

Secondo il Tribunale dei Ministri di Palermo sullo Stato italiano gravava l'obbligo giuridico di indicare alla nave il porto sicuro di sbarco a partire dal 14 agosto. Ma "a pag. 46 della richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale si afferma che nella vicenda in esame due sono gli Stati che devono Individuare come autorità di primo contatto l'Italia e Malta, in quanto entrambi contestualmente contattati e informati delle prime due operazioni di salvataggio, almeno sin dal 2.8 2019...", scrive il leghista che allega documenti e note ufficiali: "Dalla ricostruzione dei fatti (provata dalla documentazione allegata alla presente) risulta che i primi paesi contattati e informati siano stati la SPAGNA (Paese di bandiera della nave) MALTA (zona più vicina al punto dove sono avvenuti i salvataggi)".

 

Insomma, a fornire un Pos dovevano essere Spagna o Malta. La prima ha soltanto invitato il comandante della Open Arms a chiedere un porto a Malta, che poi ha rigettato la richiesta due volte.

 "Le autorità Italiane non hanno in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso, avvenute ben al di fuori della area SAR di responsabilità italiana. La condotta della nave, che ha incrociato per circa quattro giorni al largo delle coste libiche senza apparente destinazione pianificata e che dopo la prima operazione di soccorso ha proseguito la navigazione in zona con evidente attività di pattugliamento, dimostra manifestamente intenti in contrasto con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale. L'Italia non può essere considerata l'autorità responsabile per la designazione del porto di sbarco dei naufraghi soccorsi dalla nave Open Arms e il suo ingresso nelle acque territoriali italiane sarebbe considerato pregiudizievole al buon ordine e alla sicurezza dello Stato, cosi come previsto dall'articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, Alla luce di quanto sopra e in ottemperanza alla normativa italiana in materia, alla nave "Open Arm" è stato vietato, con apposito Decreto Interministeriale, l'accesso nelle acque territoriali italiane..., si legge in uno dei documenti allegati nella memoria difensiva. 

 

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"È chiaro, dunque, che l'ITALIA non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza. Ciò è tanto vero che la SPAGNA e MALTA, nello scambio di corrispondenza avvenuto nei primi giomi dell'agosto 2019, con un reciproco palleggio di responsabilità in ordine allo Stato che doveva rilasciare il POS, non indicano mai l'ITALIA".