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Stop all'ultimo giorno di scuola. I sindacati sventano la farsa

La Ascani continua a chiedere di poter festeggiare almeno all'aperto

Pietro De Leo
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Non ci crederete, ma almeno una cosa in questo gran casino generale si è risolta. Il dilemma dell’ultimo giorno di scuola, grande battaglia politica del viceministro Ascani, in queste ultime settimane. L’obiettivo di far vivere quel momento ai nostri studenti era stato incastonato tra le priorità educative del momento, anche grazie alla mobilitazione di editorialisti, intellettuali, e ovviamente la cornice social. A scuola, ma il Comitato Tecnico Scientifico aveva detto no. Allora fuori, ma anche lì era pericoloso (l’ultimo giorno si va di gavettoni, abbracci, spintoni e un po’ di baldoria). Però, ora, tutto risolto, tranquilli. Come? Alla giacobina, tagliando la testa al toro. C’è sciopero del personale scolastico, e allora tutto a monte e tutti a casa. Sì, perché la mobilitazione è stata organizzata dai sindacati l’8 giugno, data che in diverse regioni coincide con l’ultimo giorno di scuola. E dunque così, con questa cronaca surreale, si segna un’altra tappa in merito al dibattito sulla nostra scuola malandata.

 

Ieri c’è stato un confronto tra rappresentanze sindacali e il capo di gabinetto del ministero di viale Trastevere, che però non è andato evidentemente a buon fine. «Servono investimenti straordinari, non piccoli aggiustamenti», scrivono in una nota congiunta Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda. Nella nota, si spiega che la decisione dello sciopero è stata adottata «nella piena consapevolezza del carattere straordinario della situazione in cui la scuola si trova costretta ad operare, in un contesto di generale emergenza per l’intera collettività»...

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