Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Spalletti carica i giallorossi: "Questo derby vale triplo, vogliamo vincere"

Luciano Spalletti

Erika Menghi
  • a
  • a
  • a

Riflettori puntati su Lazio-Roma, quelli forti che si accendono per le partite in notturna, "le più belle, con l'atmosfera giusta". Con lo stadio mezzo vuoto e il tentativo di normalizzare una sfida che non sarà mai come le altre: "La prepariamo come sempre, ma il derby - chiarisce Spalletti alla vigilia - vale triplo. Per la gara in sé, perché sta a cuore ai nostri tifosi e perché c'è in ballo l'accesso alla finale che si giocherà proprio all'Olimpico". Magari con meno poltrone vuote: "Se qualcuno verrà a vedere la partita di domani, la curva vuota non sarà la nostra, quello è un luogo di riferimento della passione di tantissimi sportivi. La Sud è casa nostra e se la si guarda la si vede sempre piena. Idealmente è così. Le statistiche dicono che siamo tantissimi ed in continua crescita. Ovunque si respira aria giallorossa, qui è dipinta l'aria, non è solo annusabile, è visibile. Domani curva piena, pienissima". Nella testa di chi la guarda, non nella realtà. Nonostante le barriere abbassate, i tifosi non si sono messi in coda ai botteghini e l'esame Olimpico sarà riservato a pochi: "Io sono fiducioso, è un'occasione importante da cogliere. Il punto d'incontro sta a metà e noi dobbiamo andare verso di lui. Se non fossi in campo, io ci andrei a vedere la partita. Tiferei per la squadra, accetterei qualsiasi risultato e tornerei a casa raccontando le cose belle a mia figlia". Dalla panchina Spalletti proverà invece a guidare i suoi verso quelle cose belle: «Non sappiamo mai come ci arriviamo alle gare, ma sappiamo come possiamo uscirne. Perché possiamo determinarlo dentro la partita. E noi vogliamo uscirne bene. Loro riescono a compattarsi benissimo sotto palla e ripartire, sono e saranno squadra e noi dobbiamo fare altrettanto, mettendoci qualcosa in più, perché vogliamo vincere questa semifinale. La Lazio è stata costruita bene. L'unico dubbio sembrava fosse l'allenatore, ma lui ha dimostrato di non essere il rincalzo di nessuno: Inzaghi può ambire ad allenare squadre di questo livello. Abbiamo di fronte un avversario forte". Il divario è inferiore a quello che passa tra la Juventus e il Torino: "Tra Roma e Lazio c'è meno differenza, sarà sicuramente un match equilibrato. Il fattore emotivo ti può dare e ti può togliere qualcosa, c'è un po' di paura. Quando ti bussa il timore alla porta ci deve essere il coraggio di aprire e di guardarla, così che va via da solo. Ma qui si percepisce un cambiamento, una sostanza che si chiama maturazione. Ѐ una cosa fondamentale, soprattutto la forza mentale per andare ad affrontare questo periodo, che ci vede di fronte a delle squadre di grandissimo spessore. Questo è il nostro mondo, il livello di calcio e di confronto che volevamo raggiungere, ci siamo dentro fino al collo". Il tecnico toscano non vede la Roma favorita: "Ci confrontiamo ad armi pari. Noi abbiamo probabilmente degli obiettivi importanti al di là di questa partita qui, c'è un programma di squadra e societario, loro invece danno molto peso al derby: molto dipende da come gestiranno la tensione di dare tutto. Intanto siamo migliorati, non ho visto video che richiamino guerre ed armamenti: è buon segno". Sintomi di stanchezza non sembrano esserci in casa Roma, nonostante i tanti impegni ravvicinati, ma qualche calcolo andrà fatto tra Lazio e Napoli: "Qualcuno ha giocato 90' giovedì e altri 90' domenica. Come De Rossi. Si tiene conto un po' di tutto. Si sta attenti a più di un dettaglio nel fare la formazione. Ma non ve la dico, soprattutto oggi". Se avesse a disposizione un Nainggolan per posizione farebbe meno fatica a scegliere: "Ѐ l'evoluzione della specie calciatore. Se hai 10 Radja fai una squadra fortissima, anche senza badare al ruolo. L'attacco è un reparto fortissimo e fa da traino alla squadra. Lui è un animale raro, io non ho nessun merito". Nessun rischio, tuttavia, di Ninja-dipendenza: "No, anche perché la squadra è forte. La Roma non è un calciatore solo, è una squadra, una società, un insieme di impegno e di conduzione professionale che porta ad un confronto contro altre grandissime società. Avendo trovato un equilibrio, Radja riesce a metterci qualcosa in più, altrimenti non poteva darci sempre un contributo esclusivo. Un calciatore forte da solo non può mai far vincere una squadra". Magari una partita sì: si chiama uomo-derby.

Dai blog