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Cruasé dell'Oltrepò, quando il Pinot Nero diventa spumeggiante

Paolo Zappitelli
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«Provate a chiedere in un locale un Cruasé come aperitivo e guardate la faccia che vi faranno». Così spiegava una decina di anni fa un professore del corso per sommelier ai suoi allievi. All’epoca la spumantizzazione del Pinot nero che facevano alcune cantine dell’Oltrepò Pavese era un qualcosa di sconosciuto nella gran parte d’Italia. Oggi - per nostra fortuna - quel territorio ha fatto passi da gigante, grazie anche al lavoro di tanti giovani vignaioli che hanno «stravolto» il mondo dei loro nonni, quando lì il vino si vendeva a damigiane, e oggi rappresentano una splendida realtà che si è fatta conoscere non solo in Italia ma in tutto il mondo. Francesca Seralvo fa parte di questa nuova generazione di viticoltori, bravi, spregiudicati e pieni di passione, ed è alla guida della cantina Tenuta Mazzolino. Il suo Spumante Rosé Cruasé DOCG Pinot Nero 2018 è un vino che intriga parecchio tra profumi di ribes, lampone e fragoline di bosco, cremoso in bocca e con una bella freschezza e sapidità che porta tutto in equilibrio. Nota di merito per il Noir 2019, pinot nero in purezza prodotto da vigne che hanno una sessantina di anni, (portato in degustazione a Roma a Palazzo Velabro) con un naso complesso, intenso tra profumi di ciliegia e lampone e frutta matura ma senza mai eccedere. Tannini eleganti e morbidi.
 

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