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Brunello, un Benvenuto che vale 2 miliardi di euro

Paolo Zappitelli
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Montalcino svela le nuove annate di vini che andranno in commercio nel 2022 e lo fa festeggiando i trent’anni di «Benvenuto Brunello», l’anteprima - appena conclusa - che ha aperto la strada anche a tutti gli altri Consorzi. Dieci giorni di degustazioni in cui sono potuti assaggiare il Rosso di Montalcino 2020, il Brunello 2017 e il Brunello Riserva 2016, per la prima volta in anticipo rispetto agli anni passati quando la manifestazione si svolgeva a febbraio. Una scelta voluta dal Consorzio che ha fatto però storcere il naso a qualche produttore. Ma è una decisione che segue logiche commerciali: il mercato vuole sapere sempre prima come sarà l’annata che andrà in commercio. E d’altra parte per un vino in cui l’export pesa per l’80% della produzione l’attenzione ai desideri degli acquirenti finali detta legge.
Il giudizio complessivo (218 le cantine della denominazione, poco più di un centinaio quelle presenti in degustazione) risente comunque di questo anticipo, con bottiglie - il Brunello e la Riserva - che accusano ancora qualche squilibrio, con tannini sempre un po’ troppo ingombranti. Altri cinque mesi in bottiglia serviranno a smussare queste asprezze. Sia per il 2016 sia per il 2017 l’idea è che si tratti comunque di due buone annate dove, specialmente per quello che riguarda il Brunello «base» - definizione orrenda usata dai vignaioli che richiama le auto vendute a prezzo di listino che hanno carrozzeria, volante e ruote e poco più - c’è stato un ottimo lavoro sia in vigna sia in cantina per dare equilibrio, eleganza e ampiezza a un’annata non facile da un punto di vista climatico. Ma la vera sorpresa - piacevole - è stato il Rosso di Montalcino che sempre più spesso si pone quasi allo stesso passo almeno del Brunello. Da segnalare un Rosso di Montalcino 2019 dell’azienda Carpineto, una piccola tenuta con 10 ettari di vigne che si presenta con un perfetto equilibrio di tannini, fresco e un naso molto ampio e profondo tra frutta sotto spirito e piccoli sentori di cuoio. Tra i più «pronti», invece, il Riserva 2016 e il Brunello 2017 della cantina Ciacci Piccolomini d’Aragona.
Benvenuto Brunello è stata anche l’occasione per presentare i dati sul successo economico della denominazione: il vigneto vale oggi circa 2 miliardi di euro complessivi e continua ad attrarre investimenti. Un dato straordinario se si considera che nel 1992 un ettaro di terreno vitato di Brunello di Montalcino valeva 40 milioni di vecchie lire (36.380 euro attuali secondo il coefficiente Istat per l’attualizzazione dei valori), e oggi il prezzo è circa 20 volte superiore, pari a 750.000 euro, con una rivalutazione record del +1.962% che raggiunge il +4.500% se si allarga l’orizzonte temporale al 1966, quando un ettaro di terreno vitato costava 1,8 milioni di lire. E la corsa sembra ancora non finire.
 

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