Marco Rizzo, "Sfido Roberto Gualtieri e quella Europa che rappresenta"
Il Pd voleva candidare il mite Gianni Cuperlo, che poi ha sacrificato. E io lo vendico
Marco Rizzo, ma che è venuto in mente a lei, leader del partito comunista, di correre per la suppletive della Camera nel collegio che fu di Paolo Gentiloni? Glielo racconto. Inizi pure, perché lì c'è un candidato del Pd che ha sempre vinto quel collegio mica da poco: Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia. Sì, l'uomo voluto dalla Christine Lagarde, dalla Bce, dal Fondo monetario internazionale, dall'Unione europea. E' appunto lì il problema. Ma il Pd con Nicola Zingaretti il 10 di gennaio aveva presentato in pompa magna un'altra candidatura per questo collegio blindato: quella del mite Gianni Cuperlo. Presentato e bruciato nel giro di quattro o cinque giorni, per altro a ridosso della data limite della presentazione delle candidature, che era il 27 gennaio. Che è accaduto? Che Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno lanciato la candidatura della giornalista di Repubblica, Federica Angeli. Lei ha detto: “Io ci sto, se sono la candidata di tutti”. Zingaretti il 17 gennaio ha detto no alla Angeli, dicendo però che ritirava anche la candidatura del povero Cuperlo. Fra i due litiganti così ha goduto il terzo, che è Gualtieri. Allora quando ho visto che si candidava il ministro voluto dalla Lagarde (così lei disse prima del varo del Conte bis), ho deciso di candidarmi anche io contro di lui. Sono anche il primo sulla scheda in alto a sinistra, rispettando una gloriosa tradizione. Certo, speravo di avere un confronto con Gualtieri, ma non è stato mai possibile. Sfugge sempre, non viene mai agli incontri dei sindacalisti, delle categorie professionali... E' una vecchia regola della politica. Chi è in vantaggio evita i confronti, perché rischia solo di esserne danneggiato. Ah, io lo danneggerei volentieri. E vorrei subito fargli una domanda: quando la Lagarde quattro o cinque ore prima del varo del Conte bis ha detto pubblicamente che lui sarebbe stato un ottimo ministro dell'Economia, perché se ne è stato zitto? Perché ringraziando dei complimenti non ha detto che le decisioni spettavano ad altri e che lui avrebbe risposto solo al popolo italiano? Stando zitto ha confermato di rispondere a quel gruppo di ottimati europei di cui la Lagarde fa parte. Per questo mi piacerebbe chiedergli quanto è autonomo e indipendente da poteri fortissimi come quelli della Bce, del Fondo monetario etc... Magari le capiterà di incontrarlo e di chiederglielo. Io sinceramente non ho capito che bisogno avesse di candidarsi in Parlamento, visto che faceva già il ministro in un ruolo importante. Già: lui ha già una bella automobile ministeriale. Ora c'è in palio un'altra automobile, che avrebbe potuto essere guidata da Cuperlo, che è un suo amico. Gualtieri gli ha detto: no, no, tu vai a piedi. E si prende lui anche la seconda auto. Inutile, perché la terrà sempre in garage. In che senso, scusi? Non andrà mai a votare alla Camera. Ogni seduta il suo nome verrà letto da chi presiede dicendo: “Gualtieri è in missione”. In missione, in missione... Un missionario, allora... Ah ah... Però un significato ce l'avrà: evidentemente pensa che questo governo possa durare ancora assai poco e che quindi quella prima macchina rischi di perderla o perché si vota o perché in un rimpasto la perderebbe. Timore ingiustificato, perché uno che è stato ministro dell'Economia della sesta o settima potenza al mondo, mica resta senza lavoro, no? Basta che bussi alla porta di Goldman Sachs e lo trova. Non so dove, ma certo qualche riconoscenza avrà. Tocca comunque a lui nominare i vertici di 400 società pubbliche nelle prossime settimane, migliaia di poltrone. E infatti uno che ha questo potere ha una campagna elettorale facile facile. Almeno avrebbe potuto lasciare le deleghe per un mese al presidente del Consiglio. Anche perché la par condicio qui non c'è: Gualtieri è tutti i giorni sui tg con una scusa ministeriale o con un'altra. Io grazie a voi riesco a stare davanti a una telecamera, quella dell' Abitacolo. Però è una bellissima battaglia dove metto solo la mia faccia, i miei volantini, la mia presenza ai mercati e nei quartieri. L'altra settimana ero io e un mio amico a dare volantini al mercato di via dei Cerchi. E ai mercati non ha mai visto il suo avversario? C'era qualche decina di ragazzi giovani del Pd con i suoi volantini. Qualcuno mi ha fermato pure per fare un selfie. Poi è arrivato il corteo di auto blu e da una di queste è scesa Gualtieri. E' stato lì un paio di minuti, non di più. Va beh, io mi diverto. E chi vuole può scrivere in alto a sinistra sulla scheda Marco Rizzo. Anzi, Rizzo Marco perché come a scuola c'è prima il cognome e poi il nome. Ieri Gualtieri era in un teatro di via Giulia dove ha detto che Roma è sotto finanziata come capitale. Condivide? Sì, e chi mai dovrebbe dare più finanziamenti se non il ministro dell'Economia del governo in carica? Va beh, lui è uno storico e parlerà da storico. Ma visto che ha citato un teatro, mi lasci ricordare con affetto un grandissimo attore che non c'è più: Flavio Bucci. Lo conosceva? Un caro amico. Come tutti l'ho apprezzato in tv con Ligabue o al cinema in tanti film. Ma era soprattutto un grande attore di teatro. Una volta ho avuto il piacere di ascoltarlo in una sorta di recita per amici (eravamo una trentina). Fece il monologo del Riccardo III per un'ora e mezza. Uno dei più grandi attori italiani. Come Pierfrancesco Favino che ci ha regalato quella straordinaria interpretazione di Bettino Craxi. Le è piaciuto quel film? Troppo intimista, no. Ma interpretazione straordinaria. Però visto che siamo su Craxi, vorrei dire che per me il suo partito socialista è stato negativamente artefice di questa modernizzazione che ha privato gli italiani di molti diritti sociali. Però Bettino non è stato fatto fuori per questo o per la corruzione di cui tutti sapevano l'esistenza. Lui ha pagato Sigonella, il non avere risposto di notte al presidente Usa, l'avere circondato con i carabinieri i soldati americani che avevano circondato l'aereo con il palestinese. Craxi è stato fatto fuori per avere detto agli americani “qui in Italia comandano gli italiani”. E infatti Mani pulite è arrivata poco dopo. L'hanno pagata sia Craxi che Giulio Andreotti, come la pagò ai suoi tempi Enrico Mattei. E come l'ha pagata poi pure Silvio Berlusconi. Berlusconi? Sì, sto parlando di miei avversari politici. Però non possiamo non leggere che anche Berlusconi è stato fuori non per le signorine, ma per i rapporti intessuti sul gas con Putin e sul petrolio con Gheddafi. Altro che i nostri sovranisti di cartone di questi tempi. Certo, non pretendo che lei la pensi come Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ovviamente no. Ma questi gridano contro l'Europa, poi la Meloni ha votato il pareggio in bilancio in Costituzione. E Salvini? Era suo il ministro dell'Economia Giovanni Tria che accettò così come era il Mes, un'altra fregatura che ora ci prendiamo. Mi sembra che nessuno abbia il senso dei poteri veri e al momento buono li asseconda. Quali sono secondo lei i veri poteri? Esempio semplice: pensa che sulla Libia il contrasto fosse fra Italia e Francia? No, era fra Eni e Total. Le faccio una mappa delle risorse strategiche del mondo: carbone, petrolio, gas e comunicazioni, e scopre che è identica alla mappa delle tensioni e delle guerre in corso fra Stati. Che sovranismo può rivendicare se la politica è sempre succube dell'economia? Che opinione ha di Giuseppe Conte? E' l'italiano classico. Ma è un unicum nella storia politica italiana. Non era mai accaduto prima che uno facesse il premier di un governo con un'ala destra pesante e dalla mattina alla sera poi diventasse il capo di un governo del Pd. E' un uomo politicamente spregiudicato, privo di qualsiasi radice. Io sono lo stesso di sempre, con le mie idee di sempre. Ma non è che per avere una posizione di potere in più sarei disponibile a mischiare le carte e avere idee opposte. Altrimenti vale il Franza o Spagna purché se magna. Avvocatini così ce ne è in abbondanza... Però Conte è popolarissimo. Lo diventano proprio perché non contano nulla. Sta lì, fa il passacarte, si mette la pochette. Non conta nulla. Io con mia moglie non conto davvero, ma conto di più io con lei che Conte con il suo governo. Anche Mario Monti all'epoca era popolarissimo. Poi meglio che non si facesse vedere troppo in giro senza scorta. Oggi siamo in epoca di finti potenti. Li vede? I Conte, i Macron? Si fanno riprendere dalle tv in uno spazio di 20 metri e sembra sempre che corrano, per dare l'idea che stiano facendo molte cose e sempre rapidamente. E' finzione, solo finzione. Conte corre sui dieci metri. Se facciamo il km, lo batto cento volte di fila. E' tutto show, finto. Come quelli che fanno la mossa di picchiarsi in Parlamento, tanto sanno che in due secondi i commessi li separano. Fossero seri, si darebbero appuntamento fuori. Non c'è nessuno che lo fa. E' tutto finto.