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Roba da bambini

Einstein da piccolo era considerato un ritardato. Bocciato in matematica. Da Edison a Bell: le disavventure dei grandi rimandati a settembre

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Tutti i genitori sognano che il loro bambino sia un genio e se non lo è «cuore di mamma» pensa che in realtà sia solo incompreso. Tutti i bambini, a modo loro, sono eccezionali e la scuola dovrebbe comprendere e sviluppare le loro capacità. E invece, qualche volta, rischia di «fare a botte» con la genialità dei bambini. Arriva ora in libreria per l'editore Donzelli «In sella a un raggio di luce», bel libro scritto da Jennifer Berne e illustrato dalla mano felicissima ed esperta di Vladimir Radunsky, che racconta ai bambini la storia del piccolo Albert Einstein. Uno scolaro pieno di problemi, soprattutto perché vedeva una realtà «diversa», da come la vedevano tutti gli altri e questo gli generava domande continue. Il bel libro illustrato, rivolto ad un pubblico attorno ai sette anni, punta l'indice al cuore del problema: la scuola non è mai a «misura di genio». Anzi, spesso scambia i geni per bambini mediocri, svogliati, pasticcioni. A sette anni Albert Einstein, diciamolo chiaro, non sapeva ancora leggere e fino ai nove aveva serie difficoltà a parlare. Per tutta la sua vita scolastica la matematica fu per lui una «bestia nera». La maestra del piccolo Albert lo aveva classificato come un bambino «mortalmente ottuso». Venne bocciato, nel 1895, all'esame di ammissione al Politecnico di Zurigo. Questo fu per lui un colpo terribile, comunque continuò gli studi ma, al termine, la sua tesi di dottorato non suscitò impressioni positive, i suoi professori la definirono «abbastanza mediocre». Eppure Albert Einstein, nato in Germania nel 1879 e poi divenuto «cittadino del mondo» è oggi il simbolo stesso della genialità. Racconta questa storia (ma non solo) un interessante saggio: «Tutti i bambini possono diventare Einstein. Come stimolare l'intelligenza creativa dei nostri figli», di Fernando Alberca, Orme Editori. Di pagina in pagina scopriamo come Einstein sia tutt'altro che un caso isolato: come lui, la storia è piena di pessimi studenti che si sono dimostrati, in vari campi, veri e propri geni. L'elenco è lungo e va da Thomas Edison a Graham Bell, Winston Churchill, Federico Garcia Lorca, Pablo Picasso, Gregor Mendel, Stanley Kubrick, Steve Jobs... Personaggi che hanno rivoluzionato il mondo. E forse è questa la «parola chiave»: rivoluzione. Un evento, previsto dalla Teoria delle Catastrofi che segna un «radicale cambiamento di posizione». Ma la scuola, ci fa intuire il libro, è uno strumento di potere e non ama le rivoluzioni e i rivoluzionari. Con «Tutti i bambini possono diventare Einstein» ogni genitore potrà cercare le chiavi di accesso alla genialità nascosta dei propri figli, individuarne le potenzialità e metterli in condizione di utilizzare le proprie risorse per arrivare al successo. Spiega l'autore: «Oggi esistono milioni di piccoli Einstein in tutto il mondo. Solo nel corso della mia carriera di professore ne ho incontrati a centinaia. Questo libro aspira a essere, per chiunque lo legga, la molla capace di spingere un bambino a sfruttare le sue reali possibilità, che sono molto spesso maggiori di quanto crede. Le capacità umane sono infinite e ogni bambino è in grado di fare tutto, purché abbia il metodo corretto e le giuste motivazioni». Insomma, ammonisce Fernando Alberca, professore e preside in diversi istituti spagnoli, studioso e profondo conoscitore delle tematiche giovanili: se una scuola boccia Albert Einstein il problema, e di questo possiamo essere certi, non è nello studente.

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